Nemmeno il silenzio

Il piccolo paese di Cimolais, sui monti del Friuli, nel 1917 è invaso dai soldati del battaglione del Wurttemberg, guidati dal giovane Erwin Rommel. Per i tedeschi è fondamentale il Piave a Longarone: Cimolais è l’ultimo ostacolo, e la futura “volpe del deserto” dopo Caporetto si trova di fronte ad un duro passaggio: le Dolomiti Friulane. 
Per Rommel è il primo fallimento: dovrà fare uno sforzo imprevisto, scontrandosi coi suoi superiori, mostrando già gli aspetti cardine del carattere del condottiero fra i più abili della Seconda Guerra Mondiale.
Frattanto, sopra Cimolais, pochi soldati italiani organizzano la difesa, alle prese con crisi personali e organizzative, mentre nel paese la vita degli abitanti scorre fra duro lavoro e difficoltà. Il sindaco Morossi, erede di una  decaduta famiglia signorile, si trova ad amministrare una situazione delicata e deve anche fare i conti con un figlio disertore, uno degli “sbandati” in ritirata: Pietro Morossi è sfinito dalla trincea e non ha intenzione di rientrare nei ranghi. Suo fratello Felice, invalido dalla poliomielite, lo vorrebbe ancora soldato, manifestando il suo vivido patriottismo.
Le vicissitudini si intrecceranno e si scontreranno i destini, ma in poche ore tutti rimarranno segnati da un’esperienza che appiana le differenze fra le persone, messe di fronte all’orrore di una guerra che non ha risparmiato nulla e nessuno, nemmeno il silenzio. 

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