Nessun dorma
- Autore
- Koi Kalima
- Pubblicazione
- 24/11/2018
- Categorie
Nessun Dorma, è una storia senza limiti di tempo e spazio che ha inizio con un gioco.
Due squadre si ritrovano a interpretare il ruolo di cacciatori e prede, un ruolo che non può essere dipeso da loro. Le armi messe in mano ai cacciatori sono svariate, a discrezione dei Master, come accade per Mirror (i nomi dei players vengono oscurati dietro a nickname) una dei protagonisti che arriva nel Game con l'idea di entrare come preda (per un’illogica ragione di cuore) e si ritrova invece disarmata a dover interpretare il ruolo opposto, contrario ai suoi stessi principi e interessi. E come Prey, il suo nick la dice lunga sul suo ruolo, che invece sembra trascinarsi, sopravvivendo puntata dopo puntata, in attesa della sua fine. Lui è una delle poche prede che usano ancora il cellulare come svago, nonostante sia principalmente la sua “arma”, come tutti i giocatori della sua squadra, il cui compito è riscattarsi mandando un semplice messaggio: il codice che i cacciatori hanno cucito sulla schiena, insieme alle coordinate della loro posizione sulla scacchiera. O come Boiga, di cui Mirror fa presto conoscenza, un misterioso taciturno player che insieme a Prey sembra essere uno dei veterani se non addirittura, forse… uno dei primi a mettersi in gioco?
Lo stesso ingresso al “Game” sembra confuso nei loro ricordi, dietro una nebbia fitta che rende il tutto indefinito come miraggio dietro… Lo scenario in cui recitano la loro parte è una città decadente come ne esistono tante al mondo, una scacchiera in rovina stravolta da guerre, dove però un sole malato sorge ad infuocare il giorno, cuocendo in un deserto apparentemente inabitato i confini della città, mentre la notte è relegata al gioco. Tra le macerie, i ponti crollati, le strade solcate di crepe si nascondono le prede e i cacciatori attaccano dall'alto, solitari, malfidenti. Obbligati a rimanere soli perché timorosi di essere presi e che, una volta divenuti loro stessi prede, uno dei compagni troppo vicino li uccida.
Il Gioco è reale e nasce per essere osservato dall'esterno, da telecamere che paiono occhi vuoti, osservatori distanti che attendono il responso. O emissari che raccolgono e trasmettono informazioni…?
C'è qualcuno a manovrare il Game? Chi, e con quale obbiettivo? Se ai players viene data la possibilità di vincere, eliminando il primo nella lista, ovvero il più acclamato giocatore della squadra opposta, e quindi uscire trionfanti chiedendo così qualunque cosa si desideri… cosa invece desidera chi ha inventato il Gioco stesso? È un po' come chiedersi se Dio sa ciò che vuole. Un interrogativo al quale solo alla fine si potrà rispondere, e potrà farlo solo chi riuscirà a vedere con occhi liberi di accedere alla verità, al di là di regole, moralismi, e convinzioni.
C'è in effetti un'altra realtà che si svelerà soltanto alla fine, quando il sipario verrà sollevato. Un mondo parallelo, tanto lontano da apparire come un sogno. È anzi, lo scopo stesso del Gioco, al quale ogni player che è stato lasciato entrare dipende, collegato ad un intreccio fittissimo come la ragnatela, simbolo del Game…
Su fili invisibili ma solidi,
si muovono giocatori instabili,
collegati al centro da un abile marionettista,
giocatore e Dio del suo mondo
e insieme fragile bambino inerme.
Deve cambiare il destino del suo passato, suo e della persona che ama come se stesso, ma non può farlo da solo. Non si può applaudire con una sola mano, e nemmeno salvarsi… È necessario rimanere uniti per non cadere.
Due squadre si ritrovano a interpretare il ruolo di cacciatori e prede, un ruolo che non può essere dipeso da loro. Le armi messe in mano ai cacciatori sono svariate, a discrezione dei Master, come accade per Mirror (i nomi dei players vengono oscurati dietro a nickname) una dei protagonisti che arriva nel Game con l'idea di entrare come preda (per un’illogica ragione di cuore) e si ritrova invece disarmata a dover interpretare il ruolo opposto, contrario ai suoi stessi principi e interessi. E come Prey, il suo nick la dice lunga sul suo ruolo, che invece sembra trascinarsi, sopravvivendo puntata dopo puntata, in attesa della sua fine. Lui è una delle poche prede che usano ancora il cellulare come svago, nonostante sia principalmente la sua “arma”, come tutti i giocatori della sua squadra, il cui compito è riscattarsi mandando un semplice messaggio: il codice che i cacciatori hanno cucito sulla schiena, insieme alle coordinate della loro posizione sulla scacchiera. O come Boiga, di cui Mirror fa presto conoscenza, un misterioso taciturno player che insieme a Prey sembra essere uno dei veterani se non addirittura, forse… uno dei primi a mettersi in gioco?
Lo stesso ingresso al “Game” sembra confuso nei loro ricordi, dietro una nebbia fitta che rende il tutto indefinito come miraggio dietro… Lo scenario in cui recitano la loro parte è una città decadente come ne esistono tante al mondo, una scacchiera in rovina stravolta da guerre, dove però un sole malato sorge ad infuocare il giorno, cuocendo in un deserto apparentemente inabitato i confini della città, mentre la notte è relegata al gioco. Tra le macerie, i ponti crollati, le strade solcate di crepe si nascondono le prede e i cacciatori attaccano dall'alto, solitari, malfidenti. Obbligati a rimanere soli perché timorosi di essere presi e che, una volta divenuti loro stessi prede, uno dei compagni troppo vicino li uccida.
Il Gioco è reale e nasce per essere osservato dall'esterno, da telecamere che paiono occhi vuoti, osservatori distanti che attendono il responso. O emissari che raccolgono e trasmettono informazioni…?
C'è qualcuno a manovrare il Game? Chi, e con quale obbiettivo? Se ai players viene data la possibilità di vincere, eliminando il primo nella lista, ovvero il più acclamato giocatore della squadra opposta, e quindi uscire trionfanti chiedendo così qualunque cosa si desideri… cosa invece desidera chi ha inventato il Gioco stesso? È un po' come chiedersi se Dio sa ciò che vuole. Un interrogativo al quale solo alla fine si potrà rispondere, e potrà farlo solo chi riuscirà a vedere con occhi liberi di accedere alla verità, al di là di regole, moralismi, e convinzioni.
C'è in effetti un'altra realtà che si svelerà soltanto alla fine, quando il sipario verrà sollevato. Un mondo parallelo, tanto lontano da apparire come un sogno. È anzi, lo scopo stesso del Gioco, al quale ogni player che è stato lasciato entrare dipende, collegato ad un intreccio fittissimo come la ragnatela, simbolo del Game…
Su fili invisibili ma solidi,
si muovono giocatori instabili,
collegati al centro da un abile marionettista,
giocatore e Dio del suo mondo
e insieme fragile bambino inerme.
Deve cambiare il destino del suo passato, suo e della persona che ama come se stesso, ma non può farlo da solo. Non si può applaudire con una sola mano, e nemmeno salvarsi… È necessario rimanere uniti per non cadere.
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