Mecenate e il maestro della paura

Roma, settembre 12 a. C. Augusto, padrone di Roma dal 31 a. C., è da poco diventato anche Pontefice massimo. Ha saldamente in mano tutto il potere, ma è rimasto solo: Marco Vipsanio Agrippa, fedele amico e genero, è morto da pochi mesi; Gaio Cilnio Mecenate, il più ascoltato consigliere politico, si è ritirato a vita privata. Misteriosi omicidi ed eventi apparentemente prodigiosi sconvolgono Roma e minacciano il sistema istituzionale che Augusto e i suoi collaboratori hanno tanto faticosamente costruito. Mecenate è chiamato dal Principe a indagare in via riservata, muovendosi, da profondo conoscitore della natura umana, in una Roma nella quale la simulazione e la dissimulazione sono armi politiche affilatissime. Aiutato dal suo medico personale, il greco Ermocrate di Alessandria, e dal centurione Quinto Publicio Clemente, deve trovare il modo di sventare un complotto internazionale e di sopravvivere agli intrighi che qualcuno trama, anche nella casa di Augusto.

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