Intelligente non praticante: Schegge bislacche di vita vissuta

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Intelligente non praticante: Schegge bislacche di vita vissuta
Autore
VALENTINA VINOTTI
Editore
VALENTINA VINOTTI
Pubblicazione
02/01/2019
Categorie
Le cose che mi piace fare sono le stesse di quando avevo otto anni: leggere, nuotare e scrivere. Non ho affrontato la fatica di trovare altre strade, che so, suonare la ghironda, lanciare il giavellotto o scolpire il legno.
Ho scritto abbastanza, nella vita. Durante gli anni scolastici la scrittura mi ha salvata da parecchi inconvenienti.
- Le tue traduzioni si discostano dall’originale, ma sono talmente piacevoli da leggere che non posso darti un brutto voto -  mi diceva la prof. di latino.
Ho scritto una tesi quasi infinita e durante la discussione ero io a fare le domande ai membri della commissione per assicurarmi che l’avessero letta tutta. Ho scritto progetti, report, ricerche, recensioni e articoli per il mio lavoro di formatrice. A volte scrivo su Facebook perché mi diverto e mi diverte quando gli altri si divertono se scrivo qualcosa di divertente.
Ho scritto questo libro perché qualcuno, dopo tanto tempo, è tornato nei miei pensieri a ricordarmi che era ora di farlo. Poco più che ventenne ho lavorato per due quadrimestri in una scuola media. Alcuni ragazzi rimanevano due ore in più per finire i compiti e io gli davo una mano. Il primo giorno nessuno ne voleva sapere, né di me né di studiare e abbiamo passato il pomeriggio tra l’ozio e la libera iniziativa. Il secondo giorno ho spiegato che potevo essere utile in italiano, storia e geografia, mentre per le questioni scientifiche era meglio cambiare aula e docente. Il terzo giorno un ragazzo mi ha fatto una domanda, un altro ha tirato fuori il quaderno di grammatica, un altro ancora il libro di storia e abbiamo iniziato a lavorare insieme.
Poi un ragazzo dall’aria vivace poggia sulla cattedra un foglio bianco con un titolo rosso e mi chiede:
- Racconta la tua idea di felicità. È difficile professore’, non so da dove cominciare.
- Pensa a un momento in cui sei stato felice – rispondo.
- Che me lo scrivi tu? – controbatte.
- Facciamo una cosa. Tu inizia a scrivere e nel frattempo scrivo qualcosa anch’io e se ci trovi qualche spunto interessante puoi aggiungerlo al tuo tema.  
Conclusa la stesura il ragazzo inizia a leggere il mio scritto ad alta voce. I suoi occhi si muovono veloci sul foglio e sorridono spesso, trasformandosi in due sottili mezzelune. Ogni tanto solleva la testa come per essere sicuro di avermi accanto a lui e centrandomi con uno sguardo nocciola, intenso e deciso, mi dice:
- Prof. è bellissimo, ma perché non scrive un libro?
Ed eccolo il libro, un collage di racconti, osservazioni e aneddoti, immagini di un pixel e affreschi di vita vissuta.
È strutturato in quattro segmenti tematici: Arance marce, una finestra sui paradossi dell’adolescenza; Amore stanotte t’ho sognato, un graffio sulla tela colorata della vita di coppia; Mamma, questa sei tu, sposta il focus sulla genitorialità e sulla comunicazione tra adulti e bambini; Intelligente non praticante, brandelli di vita quotidiana osservata e interpretata in chiave ironica. 
È un libro dalle trame multiformi, un flusso di coscienza frammentato ma reso armonico dalle voci dei personaggi che rivelano il mio modo di osservare e stare al mondo. L’ho scritto col sorriso e con il piacere di raccontare che non prendersi sul serio è tra le più belle forme di saggezza.

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