Il futuro sopravvenuto : Arte-azione comunicazione e post-umano nel futurismo (Le stelle)


“Distruggere nella letteratura l'«io», cioè tutta la psicologia. […] e sostituirlo finalmente colla materia, di cui si deve afferrare l'essenza a colpi d'intuizione” così scriveva Filippo Tommaso Marinetti nel “Manifesto tecnico della letteratura futurista” (1912). Questa problematica, il rapporto tra l’essere umano e la materia, nel Futurismo, letterario, pittorico, artistico in generale, nel corso dei suo 35 anni di vita, aprirà almeno tre direzioni di ricerca rivoluzionarie: la simbiosi tra l’uomo e la tecnologia, la simbiosi tra l’uomo e la materia bruta, la simbiosi tra l’uomo e i prodotti di consumo. Tre dimensioni estetiche che porteranno l’avanguardia ad anticipare alcuni dei più importanti movimenti artistici del dopoguerra, l’Informale e la Pop Art, e che negli ultimi quindici anni, a causa della rivoluzione della telematica e al reciproco incorporamento tra arti e merci, sono tornate ad interrogarci e ad interrogare la nostra identità di esseri umani.
La mostra sottolinea un legame importante e in parte inesplorato tra il Futurismo e la pop art del dopoguerra (alcune grandi esposizioni recenti come la monografia su Depero alla Foundacion Juan March nel 2014 (Madrid) e la grande presenza di Depero nella mostra al Museo Guggenheim di New York sul Futurismo italiano nel 2014 hanno rivalutato questa interpretazione). Infatti in lavori prodotti durante la permanenza di Depero a New York, come "Subway folla ai treni sotterranei” o in Big Sale, mercato di downtown, si può vedere come la scomposizione di Balla dell'oggetto in movimento ha fornito a Depero uno strumento formale per rappresentare la moltiplicazione dei prodotti. Ma, più in profondità, si può capire come la "personificazione" dell'oggetto che Depero ha elaborato a partire dalle sue "opere teatrali", ora ha la funzione di rendere le merci "più presenti", come fossero esseri viventi, per catturare l'attenzione del compratore
In senso più lato, il principale problema del futurismo italiano è stato quello di mediare il rapporto tra la macchina, la tecnologia e l’essere umano attraverso una nuova estetica, e di sperimentare modalità più sociali e condivise della creatività. Tutto ciò li portò a comprendere i pericoli della mercificazione della vita quotidiana e dell’alienazione dell’uomo.
La mostra è inserita nelle programma delle manifestazioni artistiche per il G7 di Taormina e si avvale di prestiti da importanti collezioni private e fondazioni quali l’Archivio Futur-ism, la Collezione Ventura, la Collezione Luce Marinetti, la Fondazione Massimo e Sonia Cirulli di Bologna e la Fondazione Julius Evola di Roma.

Un ricco catalogo di 160 pagine con testi di Giancarlo Carpi Serena Dell'Aria, Giuseppe Stagnitta, Antonio Saccoccio, Vitaldo Conte, Guido Andrea Pautasso, Patrizio Ceccagnoli, Maurizio Scudiero, Vanni Ronsisvalle e Anna Maria Ruta

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