Eroi

Questo libro consta di due parti.
Nella prima, intitolata “Eroi” e che dà il titolo all’opera, Roberto Giani approfondisce molto bene varie vicissitudini degli italiani durante la prima guerra coloniale in Etiopia. Questa storia non si può dire troppo romanzata, in quanto i fatti narrati sono veri, realmente accaduti e dimenticati da tanti, da troppi - storici, storiografi compresi -, dove non parlano dei protagonisti inventati, ma persone che hanno subito sulla propria pelle, molto spesso pagando con la morte, succubi di quel male infinito ed eterno dell’uomo che si chiama guerra. Qui i personaggi raccontano una didascalia di avvenimenti, spesso tristi e drammatici, legati a luoghi e periodi specifici. Quali sono le deduzioni da trarre? Quale onore è combattere, morire, uccidere? Combattere e per questo morire è SEMPRE senza senso; ma erano ordini imposti, nello specifico: dall’alto arrivava il comando e dovevano eseguire: attaccare, nascondersi, scappare, fare imboscate, difendersi a oltranza, se possibile mai ritirarsi. L’autore ci vuole spiegare i fatti realmente accaduti, seguendo uno schema ben determinato, considerando eroi - ma eroi veramente! - tutti coloro che morirono per la Patria, vittime e carnefici loro stessi di ciò e di coloro che a volte nemmeno conoscevano, uomini inconsapevoli mandati allo sbaraglio, occupanti territori, assoggettanti popolazioni per diritto sovrano. Dilungarsi nel descrivere gli eccidi, gli eccessi, è comprensibile, primi prodromi di conflitti successivi che non lasceranno in pace il mondo intero. Tuttora viviamo in una Terra malata, fatta di scontri, incomprensioni, guerre e attentati. Non abbiamo imparato alcunché, rimaniamo dei barbari. Questa l’estrema sintesi di ciò che si può dedurre da questa lettura, piena di aneddoti e quanto mai storia di sempre. Andare in battaglia per orgoglio nazionale, come imposizione dettata dai superiori; accettare, altrimenti c’era il plotone di esecuzione in caso di rifiuto. Assurdo. Nel gioco allucinante della razza che verrà dopo, intanto occupare territori, appropriarsi di risorse, assoggettare popolazioni e passare - non sarà la prima e unica volta - per eroi. Eroi certo, ma che morivano, che uccidevano. Impreparati, inadeguati, allo sbando: la storia di queste imprese ci riconsegna la nostra immagine nel mondo. Una situazione tragica. Tanto. Le occupazioni coloniali continueranno col fascismo, in una tragica sequela di morti, perdite e dolori. Nel prossimo libro di Roberto Giani in preparazione, che uscirà in futuro, troveremo altre, ulteriori testimonianze e dimostrazioni di questi infelici sviluppi, con un seguito narrativo che sarà, ancora una volta, del tutto originale.
Nella seconda parte troviamo i “Racconti”, che possono costituire, raccolti, un libro a sé.
Perspicace nell’individuare le trame, l’autore consolida qui la forma e lo stile di altri suoi componimenti, descrivendo situazioni e personaggi in maniera molto personale a livello sintattico e lessicale, forse un po’ desueta per i giovani di adesso, ma senz’altro efficace e di cui è difficile disinnamorarsi.
Marco De Mattia

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