Anomalie (Dimiopugno)

Un immenso Centro di Ricerca, come ve ne sono centinaia sulla Terra. Fuori, un mondo abulico, soggiogato da un regime tecnocratico spinto sino alla tirannide. Bandito ogni valore umano, l’estrema razionalità scientifica è assurta ad unico criterio di governo del mondo. E la Terra è pervasa da inspiegabili aberrazioni della natura, da inquietanti anomalie. Ma sarà proprio uno scienziato a comprendere la mostruosità del “progetto” che guida le sorti del pianeta e a rifiutare l’intero sistema. Egli abbandona il Centro e raggiunge l’antica casa paterna, immersa in un luminoso paesaggio mediterraneo, solare e rassicurante. Ha inizio così la sua nuova vita, lontano dalle follie della scienza, fra i boschi, i campi, i vigneti assolati. In quella serenità egli incontra per la prima volta l’amore, per una giovane dagli occhi pieni di sole e di vento, dall’animo semplice e profondo. Ma l’illusione della fuga sarà assai breve. Le anomalie, gli eventi inspiegabili e perversi lo raggiungeranno anche in quell’ultimo rifugio di tranquilla esistenza. Non gli resterà allora che affrontare ancora il potere della scienza e tentare un’estrema, improbabile lotta per salvare tutto ciò in cui crede e che ama.
Fantasia su un presente possibile o ipotesi larvata di un presente reale? Dove termina l’invenzione e dove inizia la sottile metafora? Costellato di descrizioni dall’ampio respiro rasserenante, sempre teso nella continua sequenza di accadimenti improvvisi e allucinanti, condotto su diversi piani di lettura, il racconto è un tessuto ricco di temi e di riflessioni, di pagine inquietanti ed enigmatiche, di episodi di vibrante umanità. Lo stesso finale, verso il quale il lettore è trasportato sin dalle prime righe con una tensione costante, lascia il dubbio che la narrazione (o la cronaca?) non abbia una fine, e che il romanzo sia solo un frammento del succedersi senza tempo di infiniti eventi.

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