La mia Landau ed altre storie (I libri di PB - Narrativa Vol. 4)

Gli emigranti finiscono spesso con lo sviluppare una doppia natura. Qualcosa a metà fra la necessità di sopravvivere ed il piacere di immergersi (o perdersi) in una nuova realtà. Nel caso di Giuseppe Butera, medico, emigrante, insegnante, siculo-brasiliano, scrittore, questo dualismo si manifesta narrativamente sotto forma di due cicli principali: quello “sudamericano” della Landau e quello, di ambientazione agrigentina, di Giovanna.
Possiamo seguire le peripezie di una rombante Landau sulle sconquassate strade di un sudamerica che ha più di un punto di contatto con quello nato dalla fantasia di Marquez, o dilettarci con i ragionamenti, solo apparentemente ingenui, di Giovanna Fonseca vedova Impallomeni, seguendola pigramente, le mani in tasca, tra il cielo azzurro e la terra bruciata di una Sicilia che forse non esiste più; qualunque strada decidiamo di prendere, troveremo comunque in Giuseppe Butera un anfitrione cortese ed un narratore affascinante e spiritoso, teneramente disincantato ed attento a non prendersi mai eccessivamente sul serio. (Marco R. Capelli)

L’autore: Giuseppe Butera, agrigentino, leva del ‘43, tra i 18 ed i 30 anni vive in varie città siciliane senza scrivere proprio un bel niente. Gira povero in canna l’America del Sud. Si sposa con una ispano/italo/brasiliana, povera in canna anche lei. Mette al mondo molti figli e fa il medico/insegnante prime e l’insegnante/medico poi. In Brasile.
Adesso ha cominciato a raccontare quello che non gli è mai accaduto realmente, ma che, chissà, gli sarebbe anche potuto accadere. Forse perchè nessuno crederebbe a quello che gli è realmente accaduto.

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