L'impresa titanica: Annibale e i Taurini
- Autore
- Danilo Tacchino
- Editore
- Edizioni Hogwords
- Pubblicazione
- 14/02/2019
- Categorie
E’ Storia nota e arcinota, il mitico episodio della discesa dell’esercito di Annibale in Italia nel 218 a.C. attraverso le Alpi, per contrastare la crescente potenza economica romana, che iniziò il ventennale periodo della cosiddetta seconda guerra punica. Ma nelle descrizioni, a parte l’accenno inequivocabile del passaggio dalle Alpi, a volo d’uccello si è parlato dei momenti avvenuti nell’area nord occidentale dell’Italia , e cioè in quella parte che all’epoca era condizionata dalla cultura Celta e Ligure. Questo Romanzo, si sofferma pienamente per approfondire questo tema, entrando maggiormente nella conoscenza culturale delle genti e delle tribù di cultura celtica e ligure che vivevano le aree montane e della pianura padana. Approfondendo ed immedesimandosi quasi a formare una sceneggiatura da film, sulla distruzione dell’antica Torino preromana, sino a considerare la nascita di un’avventura che coinvolgerà le tribù piemontesi dei Taurini , celtoliguri di pianura e dei Segusini o celtoliguri di monte, per iniziare un percorso che rasenta il fantastico e la fantascienza, e pure una specie di fantapolitica del tempo, vedendo in questo meccanismo, il movimento di tutto un bisogno di unità che col senno di poi, e cioè attorno al periodo augusteo, vedrà la presenza di un unico regno celto ligure detto dei Cozii, che viene tollerato dai Romani in quanto nella realtà storica faceva comodo per il controllo dei passi alpini occidentali che portavano nelle Gallie.’
In un fatto storico di tale portata l’autore trova spunto per collegarvi la radice dello sviluppo di quell’unico regno tollerato poi dai Romani, e si dipana una storia particolare e fantastica, che vede nel messaggio di un ipotetico Dio delle altitudini, il segno per far si che i popoli dei monti si uniscano per aiutare Annibale contro i romani, seppure rimane la macchia della distruzione da parte Cartaginese del popolo dei Taurini, i progenitori dei Torinesi, in una descrizione che contiene il gusto del mistero e della cronologia storica, toccando e descrivendo tutte le battaglie che Annibale affrontò nel Nord Italia, dal Ticino al Trebbia. E questo mistero, l’autore riesce a farlo risaltare nei prologhi e negli epiloghi in cui, nel tempo attuale, un’archeologa fa delle scoperte e trova dei reperti, che fanno scattare in ipotetiche traduzioni, tutto lo sviluppo della storia, che trova in personaggi dei Taurini dei Segusini ,dei Cartaginesi e delle varie tribù dei monti, le valide spalle al protagonista principale di stirpe volutamente celta della Britannia, per coalizzare ancor di più l’intenzione di far considerare una cultura dei Celti in senso più allargato e generale.
In un fatto storico di tale portata l’autore trova spunto per collegarvi la radice dello sviluppo di quell’unico regno tollerato poi dai Romani, e si dipana una storia particolare e fantastica, che vede nel messaggio di un ipotetico Dio delle altitudini, il segno per far si che i popoli dei monti si uniscano per aiutare Annibale contro i romani, seppure rimane la macchia della distruzione da parte Cartaginese del popolo dei Taurini, i progenitori dei Torinesi, in una descrizione che contiene il gusto del mistero e della cronologia storica, toccando e descrivendo tutte le battaglie che Annibale affrontò nel Nord Italia, dal Ticino al Trebbia. E questo mistero, l’autore riesce a farlo risaltare nei prologhi e negli epiloghi in cui, nel tempo attuale, un’archeologa fa delle scoperte e trova dei reperti, che fanno scattare in ipotetiche traduzioni, tutto lo sviluppo della storia, che trova in personaggi dei Taurini dei Segusini ,dei Cartaginesi e delle varie tribù dei monti, le valide spalle al protagonista principale di stirpe volutamente celta della Britannia, per coalizzare ancor di più l’intenzione di far considerare una cultura dei Celti in senso più allargato e generale.
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