Peter Zumthor: tra Scrittura e Architettura: Analisi della metodologia progettuale, comparando la Teoria letteraria con la Pratica costruita
- Autore
- Alessandro Berci
- Pubblicazione
- 17/03/2019
- Categorie
In questo libro viene analizzata la metodologia progettuale dell’architetto Peter Zumthor attraverso la ricerca e l’analisi delle relazioni intercorrenti tra la produzione scritta e la produzione architettonica, due aspetti che si differenziano notevolmente, si può parlare di uno Zumthor scrittore e uno Zumthor architetto.
La connessione tra questi “due personaggi” avviene mettendo in relazione la parte più intellettuale del suo pensiero e quella più pragmatica degli edifici costruiti.
La ricerca svolta è particolare in quanto la produzione scritta dell’architetto è molto limitata e solitamente, curata dallo stesso. L’organizzazione del testo avviene attraverso la comparazione di tutto ciò che è stato scritto da lui o su di lui, sia attraverso articoli di periodici, monografie, trascrizioni di conferenze e interviste e relaziona alcune di queste tematiche che spesso vengono trattate in maniera astratta e fenomenologica con quella che è invece la produzione tangibile e reale della sua professione, ossia i suoi edifici costruiti.
Il fulcro del libro ruota attorno all'approfondimento e comprensione della capacità di Peter Zumthor di sfruttare la sua sensibilità per i materiali, il luogo e la funzione al fine di trarne il maggior risultato possibile sia dal punto di vista funzionale e programmatico ma anche e soprattutto dal punto di vista fenomenologico.
Un architetto che ricorda i suoi predecessori dell’antichità quanto ad impostazione e principi, che in un contesto di architettura internazionale, legata al concetto dell’apparire, dell’autolegittimazione attraverso i media risulta assai inusuale, un architetto che in un certo qual modo riporta in vita i classici principi vitruviani di firmitas, utilitas e venustas.
Lo sviluppo di questa ricerca è animato dalla volontà di comprensione di quelle che sono le tematiche di fondo del suo metodo progettuale e di come da concezioni puramente intellettuali e astratte, che non sono però di tipo teoretico o stilistico, si possano raggiungere importanti risultati architettonici.
La connessione tra questi “due personaggi” avviene mettendo in relazione la parte più intellettuale del suo pensiero e quella più pragmatica degli edifici costruiti.
La ricerca svolta è particolare in quanto la produzione scritta dell’architetto è molto limitata e solitamente, curata dallo stesso. L’organizzazione del testo avviene attraverso la comparazione di tutto ciò che è stato scritto da lui o su di lui, sia attraverso articoli di periodici, monografie, trascrizioni di conferenze e interviste e relaziona alcune di queste tematiche che spesso vengono trattate in maniera astratta e fenomenologica con quella che è invece la produzione tangibile e reale della sua professione, ossia i suoi edifici costruiti.
Il fulcro del libro ruota attorno all'approfondimento e comprensione della capacità di Peter Zumthor di sfruttare la sua sensibilità per i materiali, il luogo e la funzione al fine di trarne il maggior risultato possibile sia dal punto di vista funzionale e programmatico ma anche e soprattutto dal punto di vista fenomenologico.
Un architetto che ricorda i suoi predecessori dell’antichità quanto ad impostazione e principi, che in un contesto di architettura internazionale, legata al concetto dell’apparire, dell’autolegittimazione attraverso i media risulta assai inusuale, un architetto che in un certo qual modo riporta in vita i classici principi vitruviani di firmitas, utilitas e venustas.
Lo sviluppo di questa ricerca è animato dalla volontà di comprensione di quelle che sono le tematiche di fondo del suo metodo progettuale e di come da concezioni puramente intellettuali e astratte, che non sono però di tipo teoretico o stilistico, si possano raggiungere importanti risultati architettonici.
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