Hitler Mussolini e me

1938, Hitler visita l’Italia. Uno storico dell’arte irlandese, trasferitosi da tempo a Roma, è costretto ad accompagnare Mussolini e il suo ospite per gallerie e musei. Tra il fascino e il disgusto, ha l’occasione di osservare da vicino i due tiranni e di chiedersi se possa sfruttare l’occasione per “occuparsi” di loro. Con profondo imbarazzo è costretto però a constatare che manca della tenacia necessaria per passare all’azione. Trent’anni dopo, sua figlia si imbatte in una foto scabrosa che ritrae il padre con i due dittatori. Accusato di essere stato un collaboratore, l’uomo cerca allora di spiegare quello che è successo e racconta come, assieme alla moglie, cercò di causare a Hitler e Mussolini dei problemi intestinali tali da compromettere la guerra. Dopotutto in quella foto, prima della tragedia di cui sono stati responsabili, i due dittatori non appaiono altro che come ometti tanto reali quanto ridicoli: il “pallone gonfiato” e il “cretino stitico”. Ispirato alla storia vera dello storico dell’arte Ranuccio Bianchi Bandinelli, Hitler, Mussolini e me riesce a mostrare i lati più ridicoli e volgari dei due dittatori. E, nella figura dell’io narrante, Charles Davis compone il ritratto di un uomo normale vissuto in un’epoca straordinaria, un’epoca in cui essere normali poteva rappresentare già un atto di ribellione.

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