Gli straordinari viaggi del dottor Sterminatore: edizioniFitzcArraldo

Per togliere al lettore ogni dubbio, questo non è un libro di poesie. Almeno non nel senso stretto del termine. Il viaggio del dottor Steminatore è in realtà l'ordinario percorso di una vita che l'animo del poeta trasfigura, trasforma in straordinario, sin quando l'ancor "giovane poeta" lo intraprende iniziando a "sterminare" coi suoi versi, le ipocrisie e gli ipocriti, i filistei, e i bacchettoni, i fedeli e gli illusi. E' infatti il nostro un giovane poeta che non rimanda a una visione romantica, holdeniana ma segna piuttosto la frattura irrevocabile nei confronti dell’altro, del sé giovane, che Corto Maltese e il Vecchio Sporcaccione personificano in maniera emblematica. Non a caso il Giovane Poeta è letteralmente compresso, sin dalla scansione stessa della raccolta, tra i suoi due alter-ego, dotati in maggior misura degli strumenti necessari a sopravvivere.Gli omaggi a Pratt ed a Bukowski delineano due figure, o meglio figuri,in grado di assumere senza alcuna remora i tratti connotanti del cinico, del misogino, del dropout, del disilluso. Al Giovane Poeta spetta la dura missione di riannodare i fili del ricordo, in un delicato compito di educazione sentimentale. Lasciando agli altri due d'interrogarsi sul senso della vita e della poesia all'interno di questa.Ruolo che non può essere che in continua, perseverante, antitesi. In direzione ostinata e contraria.. Per le certezze, occorre rivolgersi altrove: ai modi di vita semplificati, alla società dei consumi e delle differenze. Verso la quale è manifesta l'inadeguatezza, tradotta in forza attraverso il costante utilizzo della lucida ironia.Se, tuttavia, anche l'ironia è costretta a fermarsi indignata, è l'esotico ad andare in soccorso al Maltese. Sia che si disveli nel profumo di un amore, sia che si trastulli nell'idea degli antipodi, sia che entri prendendo a calci la vita dal Caribe o, sensuale, dall'Africa nera.Il Vecchio Sporcaccione non viaggia più nemmeno con la fantasia. Si trascina per brevi tragitti, in itinerari quasi obbligati di luogo(Da Salita Pollaiuoli a Piazza delle Erbe... ) e di tempo, roso dall'invidia per la perdita dell'illusione Non trascurando di sgranare come un rosario la lunga allegoria delle sue amanti trascorse, colpevoli di avergli trasmesso la malattia mortale dell'amore.Amore bestemmiato, inseguito, temuto, cacciato, sognato, perso, celato e narrato in tutto il percorso comune dei Tre e vissuto quale dolorosa necessità, epifania improvvisa e scarto montaliano del male di vivere. Il medesimo sentimento di straniamento coglie nell'irruzione improvvisa dell'elemento naturale, che si tratti della falsamente rassicurante Langa di Nel cortile dell'estate, piuttosto che della surreale Poco prima di coricarmi: il Giovane Poeta abbandona ben presto la sua innocenza (se mai l'ha avuta) ed è già altrove, ad incrociare per i mari di cui trasmette il senso di disfacimento, la corruzione, la depravazione con il disincanto che spetta al poeta.La speranza riposta soltanto nella catarsi palingenetica distruttiva(Tritolo dopo i pasti principali), che Sterminatore aveva ben preconizzato, quasi in una sinistra anticipazione del 9/11(Carnevale con Bin Laden) lascia infine spazio all'esperienza patafisica definita dall'autore "nichilismo che volge al comico" che conclude circolarmente il suo viaggio come fiore sul capo di un cannibale.Ma questo accadeva molti mesi fa. Molto tempo prima che il mondo fosse vittima delle inondazioni. E regnassero i pesci, parlando pochissimo.

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