Il teatro lirico di Luigi Illica
- Autore
- Emilio Scampini
- Editore
- Nomos Edizioni
- Pubblicazione
- 09/04/2019
- Categorie
Fantasia davvero sorprendente quella di Luigi Illica, come indiscutibile la fecondità del suo genio lirico-drammatico.
Decine e decine i libretti d’opera prodotti: più di una quarantina quelli pubblicati (da Tosca a Bohème, a Manon Lescaut, ecc.), una decina gli inediti, alcuni forse perduti. Illica li ricavava da altri autori o li inventava direttamente ed era capace di spaziare in ogni regione d’Italia, come pure in Europa e negli altri continenti, conosceva la storia, gli usi e costumi dei popoli e, cosa sorprendente, ne usava anche la lingua per ottenere una scrittura viva e colorita.
Il mondo del teatro lirico illichiano è veramente un mondo multicolore da mille e una notte,che gli è valso l’appellativo di “principe dei librettisti italiani”. Questo studio di Emilio Scampini passa in rassegna tutti i drammi, tutti i personaggi e tutti gli aspetti di un autore visto di volta in volta come “creatore”, come “artista” e come “poeta”.
È stata una ricerca e un’analisi lunga e impegnativa, ma, come dice Scampini, “ho assolto un antico voto della mia adolescenza e celebrato un grande amore… Non ho perduto il mio tempo, credo invece di averlo ritrovato con questa che per me è stata una manifestazione d’amore”.
Decine e decine i libretti d’opera prodotti: più di una quarantina quelli pubblicati (da Tosca a Bohème, a Manon Lescaut, ecc.), una decina gli inediti, alcuni forse perduti. Illica li ricavava da altri autori o li inventava direttamente ed era capace di spaziare in ogni regione d’Italia, come pure in Europa e negli altri continenti, conosceva la storia, gli usi e costumi dei popoli e, cosa sorprendente, ne usava anche la lingua per ottenere una scrittura viva e colorita.
Il mondo del teatro lirico illichiano è veramente un mondo multicolore da mille e una notte,che gli è valso l’appellativo di “principe dei librettisti italiani”. Questo studio di Emilio Scampini passa in rassegna tutti i drammi, tutti i personaggi e tutti gli aspetti di un autore visto di volta in volta come “creatore”, come “artista” e come “poeta”.
È stata una ricerca e un’analisi lunga e impegnativa, ma, come dice Scampini, “ho assolto un antico voto della mia adolescenza e celebrato un grande amore… Non ho perduto il mio tempo, credo invece di averlo ritrovato con questa che per me è stata una manifestazione d’amore”.
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