Woodstock non è mai finito: Agosto 1969: quando l'utopia divenne realtà

Il Festival di Woodstock è stato il punto più alto di un percorso iniziato all’alba degli anni Sessanta: tra la nomina di Kennedy alla nascita dei Beatles e dei Beach Boys, dall’arrivo di Bob Dylan a New York fino ai primi movimenti studenteschi a Berkeley. Ma soprattutto si è manifestata la presa di coscienza da parte di un’intera generazione di giovani che aveva iniziato a immaginare una vita diversa, e quell’enorme campo dove si sono riuniti in 500mila è stato il punto geografico in cui è convogliata tutta questa energia fatta di sogni, progetti, immaginazione, senza violenza o rivolta, solo per affermare, positivamente, la propria volontà. Sono passati 50 anni, non pochi. Eppure il mito di Woodstock resta saldamente in piedi, anzi, se è possibile, con il passare degli anni si è andato espandendo, è cresciuto a dismisura, trasformando i tre giorni di pace e musica in una sorta di totem inattaccabile, facendo diventare Woodstock il festival-che-non-finisce-mai.Perché la sua musica continua a circolare, a farsi ascoltare, a farsi amare da generazioni sempre nuove. Tra storie, documenti, leggende e aneddoti il libro racconta l’impatto che il Festival ha avuto nella storia del rock e non solo.

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La trasgressione necessaria: Dai provos al '68, dall'ecologismo a Osho. La vita controcorrente di Andrea Majid Valcarenghi, fondatore di "Re Nudo" di Luca Pollini Mimesis Edizioni

Andrea Majid Valcarenghi è stato uno dei personaggi chiave della controcultura italiana. Obiettore di coscienza, nel 1967 si avvicina al movimento dei provos. È coinvolto nelle prime rivendicazioni del Sessantotto fino a quando, deluso, se ne discosta. Nel 1970 fonda e dirige “Re Nudo”, giornale in cui s’incontrano la sinistra extraparlamentare e il disordinato universo di frammenti socio-...