DALLA DEMOCRAZIA AI RE: LE PÓLEIS DI IV SECOLO A. C. E FILIPPO II
- Autore
- Roberto Santorino
- Pubblicazione
- 06/05/2019
- Categorie
La tesi è rivolta non solo ad una rivalutazione e riqualificazione del IV secolo nel suo
profilo puramente storico. Si è voluto prendere maggiormente in esame la figura del
grande Filippo II, il quale, dal 359 a.C., si impose, per mezzo della guerra e della
diplomazia benevola, sul mondo greco.
A Filippo II è dunque doveroso dare maggior spazio nella cultura storica non per
squalificare l’importanza delle conquiste di Alessandro III, ma perché tale spazio è
giustificato in primis, dallo stesso figlio.
Questa supposizione è garantita e trova appoggio nelle fonti antiche e negli studi
contemporanei già citati: Plutarco, Arriano, Diodoro Siculo e Giustino concordano nel
rivelare come Alessandro III si è servito dell’imitatio Philippi per ottenere la fiducia
del popolo e dell’esercito, attraverso un esasperato rimando al ricordo del padre, alla sua
patria che ha arricchito, all'esercito che ha istruito e potenziato, alle conquiste limitrofe e
greche soggette direttamente a lui.
Ed è esattamente quando il fantasma di Filippo II svanisce dall'aura di Alessandro che
egli inizia a perdere consensi, secondo le fonti è preso da follia e di conseguenza giustifica
le tre congiure contro di lui: congiure in nome di Filippo, in difesa del suo onore di grande
Re macedone, ordite dalla schiera dell’esercito più fedele.
profilo puramente storico. Si è voluto prendere maggiormente in esame la figura del
grande Filippo II, il quale, dal 359 a.C., si impose, per mezzo della guerra e della
diplomazia benevola, sul mondo greco.
A Filippo II è dunque doveroso dare maggior spazio nella cultura storica non per
squalificare l’importanza delle conquiste di Alessandro III, ma perché tale spazio è
giustificato in primis, dallo stesso figlio.
Questa supposizione è garantita e trova appoggio nelle fonti antiche e negli studi
contemporanei già citati: Plutarco, Arriano, Diodoro Siculo e Giustino concordano nel
rivelare come Alessandro III si è servito dell’imitatio Philippi per ottenere la fiducia
del popolo e dell’esercito, attraverso un esasperato rimando al ricordo del padre, alla sua
patria che ha arricchito, all'esercito che ha istruito e potenziato, alle conquiste limitrofe e
greche soggette direttamente a lui.
Ed è esattamente quando il fantasma di Filippo II svanisce dall'aura di Alessandro che
egli inizia a perdere consensi, secondo le fonti è preso da follia e di conseguenza giustifica
le tre congiure contro di lui: congiure in nome di Filippo, in difesa del suo onore di grande
Re macedone, ordite dalla schiera dell’esercito più fedele.
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