Non finito, opera interrotta e modernità

Non finito, opera interrotta… difficile trovare una definizione, circoscrivere il tema, distinguere il caso dall’intenzionalità. Certo pochi ‘generi’ e/o declinazioni hanno come il non finito bisogno di ciò che è esterno all’opera e che in qualche modo la completa, collocandola in posizione privilegiata per la sintonia con la nostra inquieta modernità. Non stupisce che in letteratura siano naturaliter ‘sospesi’ – oltre a ciò che è stato brutalmente interrotto – gli epistolari, i diari, le cronache della malattia e della sofferenza; né che l’incompiutezza accompagni gli scritti che rinviano a grumi irrisolti, traumi nascosti, taciute malinconie. Dettata da scelta o da gradi distinti di incapacità, la tentazione del non finito, del non finire, insegue, incalza, illude… Ce ne parlano le scritture del privato, gli abbozzi, i progetti, le carte che testimoniano il cammino necessario all’opera per arrivare alla sua forma. Questo libro, ricco e suggestivo, ideato e curato da Anna Dolfi, inscritto – come il suo oggetto – all’insegna dell’incompiuto, del non finibile, si interroga su alcuni dei tanti esempi possibili, lungo un arco diacronico che va alla letteratura alle arti figurative, al teatro, al cinema: da Leonardo a Blake, da Ariosto a Stendhal, da Dossi a Gadda, da Kafka a Borges, dalla Sarraute alla Morante, dagli sconosciuti scriventi affetti da ‘cancroregina’ all’ultimo Pirandello messo in scena da Tiezzi, fino al Fellini dell’impossibile Mastorna ... Al centro del volume una sezione con le pagine del dattiloscritto ed i quaderni di appunti inediti di/per La scelta di Giuseppe Dessí conduce ai limiti dello spazio bianco, là dove la chambre claire fissa con pochi, rarefatti segni, quanto si cela oltre la scrittura.

Anna Dolfi insegna all’Università di Firenze Letteratura italiana moderna e contemporanea ed è socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Tra i migliori studiosi di Leopardi e di narrativa e poesia del Novecento, ha progettato e curato volumi di taglio comparatistico dedicati alle «Forme della soggettività», sulle tematiche del journal intime, della scrittura epistolare, di malinconia e malattia malinconica, di nevrosi e follia, di alterità e doppio nelle letterature moderne, dedicando recenti raccolte alla saggistica degli scrittori, alla riflessione filosofica nella narrativa, al mito proustiano, al rapporto tra letteratura e fotografia.

 

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