L'ussario blu

Nel 1945, dopo la Liberazione, Roger Nimier si arruola nel Secondo Reggimento Ussari. Da questa esperienza (ma anche in aperta polemica con la “cricca” intellettuale della sinistra francese) egli trae la materia prima per L’ussaro blu, romanzo in parte autobiografico, vitale e cinico, nel quale l’autore, come è stato rilevato acutamente da Paolo Patui, mette alle corde “i vecchi esistenzialisti e per divenire capo carismatico di un gruppo dei nuovi ribelli francesi, come Laurent, Déon, Blondin, che la vecchia critica appella sprezzantemente con i termini di “ussari e fascisti”. Perché “ussaro” non è soltanto un uomo votato alle armi, un cavalleggero dei corpi d’élite, “ussaro” è innanzitutto una dimensione particolare dello spirito, un modo d’essere e di confrontarsi con la vita.

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