Annuvolata

“Annuvolata” è un romanzo in cui, con rilevante capacità di visualizzazione, la sbrigliata fantasia dell’autore conduce a straordinari e avvincenti voli in atmosfere surreali.
L’estroso protagonista, avventuroso e geniale, è dotato di alcuni poteri ed è certo di avere “una possente identità”, che non ammette cedimenti o vigliaccherie e, d’altra parte, lo fa sentire titolare di molti diritti. Esercita su ogni evento che lo riguardi il suo senso critico, si interroga e si studia nel profondo offrendo al lettore non pochi sprazzi di saggezza e simpatiche e sempre originali considerazioni condite di un sano umorismo. Nulla gli sfugge, infatti, sia quando si muove nella realtà quotidiana e si ferma ad osservare la natura o a indagare sui comportamenti degli uomini, sia quando si tuffa con voluttà nella dimensione onirica o si immerge nell’esperienza ascetica. Divenuto ormai “pescatore del cielo”, “salpa” in “acqua metafisica”. Negli ultimi capitoli provoca consapevolmente un fenomeno di dimensione planetaria, percepito dai mortali erroneamente inquietante. Esempio unico in letteratura, e non soltanto perché questa volta l’attore è terrestre, ma per la modalità e la causa fisica e motivazionale scatenante e per il suo sostanziale benefico effetto, tale da trasmutare l’umanità.
Colpisce in queste pagine, assai spesso divertenti, la qualità della scrittura, una scrittura della quale il narratore-protagonista dichiara di non conoscere il fine, mentre il lettore attento può facilmente individuarlo nel piacere, o addirittura nell’esigenza, di narrare inseguendo le ardite esplorazioni del pensiero e facendo del significante un attraente e, dunque, fondamentale strumento di comunicazione.
Una prosa elegante, dall’andamento serrato e fluido, nella quale la scelta lessicale si fonda sul rigore e sulla proprietà di un linguaggio costantemente arricchito da aggettivi, che si legano armoniosamente ai sostantivi, nella solida architettura di un periodare ineccepibile.
Gradevoli, poi, nella loro levità, le metafore disseminate nelle pagine; esse conferiscono al discorso dignità d’arte, purificandolo da ogni volgarità. Bisogna, infine, riconoscere all’autore la capacità di “dipingere” immagini pregnanti che vanno apprezzate per la nitidezza della rappresentazione di stati d’animo e per l’essenzialità dell’espressione decisamente poetica.
 
Anna Maria Crisafulli Sartori

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