Te quiero mucho

Soledad Royo sta per partire per un meraviglioso week-end romantico con il fidanzato John. L’ha progettato per festeggiare il loro primo anniversario e non sta più nella pelle per l’emozione. Già si vede sdraiata in una lussuosa vasca idromassaggio con un cocktail in mano e John vicino, pronto a farle ogni tipo di coccola, ma i suoi meravigliosi sogni vengono infranti quando lui, a poche ore dalla partenza, si presenta alla sua porta accompagnato dalla moglie e la lascia.
Sconvolta dalla notizia, si accanisce sui due rincorrendoli per il corridoio e lanciando loro addosso ogni cosa che trova. Quando li vede sparire si rifugia in casa e chiama Kylie, la sua migliore amica per sfogarsi. Il suo sogno d’amore è crollato e lei è furente per non aver capito prima che John le ha sempre rifilato bugie su bugie e che non ha mai avuto intenzioni serie, con lei. Così si ritrova con il conto quasi svuotato e un week-end romantico già pagato in un lussuoso resort ai Caraibi, che però non ha nessuna voglia di fare, oltre a non avere più nessuno con cui farlo. Disperata e sull’orlo di una crisi di nervi, Soledad si lascia convincere da Kylie, che intende accompagnarla, a partire comunque per i Caraibi.
Ed è in quel resort da favola che Soledad incontra uno sconosciuto, con cui inizialmente ha uno scontro piuttosto acceso, ma da cui si sente maledettamente attratta. E dopo una notte infuocata, all’insegna della passione più sfrenata – di cui Soledad non ha molti ricordi, perché ubriaca – lui sparisce e lei ritorna a casa. La vita di Soledad riprendere a scorrere come sempre: lavoro, amici, uscite… il solito tran-tran, o almeno finché il destino non decide di complicarle – o forse no – di nuovo la vita.
ESTRATTO:
Lui la inchiodò con un'occhiata rovente. «E al nostro strano incontro...» continuò portandosi il bicchiere alle labbra e ingollando lo champagne tutto d'un fiato.
A quell'occhiata lo stomaco di Soledad si contorse e un brivido caldo le serpeggiò lungo le gambe, risalendo fin tra le cosce, dove le incendiò l'intimità. Avvampò, confusa ed eccitata, sporgendosi inconsciamente verso di lui. La coppa oscillò tra le sue dita e lo champagne finì in acqua e quando lui le si avvicinò e le tolse il bicchiere dalla mano esalò un gemito strozzato socchiudendo le labbra.
Lui depose il calice e le fissò la bocca dischiusa, con un gesto lento e calcolato le mise una mano dietro la nuca e la tirò verso di sé.
I loro nasi si sfiorarono e Soledad, attraversata da un’improvvisa e infuocata scarica elettrica, emise un gemito e si inclinò ancor di più. La poltroncina gonfiabile si ribaltò all’istante, scaraventandoli entrambi in acqua.
Soledad si ritrovò sott’acqua di botto, annaspò per uscire da sotto la poltroncina rovesciata e quando riuscì ad emergere trasse un respiro profondo e iniziò a tossire e a sputare acqua, faticando a restare a galla. Mulinò le braccia in aria e batté le gambe freneticamente, come se d’improvviso si fosse dimenticata di come si fa a nuotare.
«Ieri sera per poco non mi stacchi la lingua con un morso e cerchi di uccidermi a bottigliate in testa e stasera tenti di affogarmi…» disse lui emergendo dietro la sua schiena e allacciandole un braccio attorno alla vita per sostenerla. «Devo essere masochista per essere ancora qui con te!» finì mentre nuotava verso il bordo della piscina.

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