La leggenda delle Anatre Mandarine

Cosa hanno in comune il gesuita Matteo Ricci e il Maestro di kung fu Li Cun I, Oscar Wilde e l’Imperatrice della Cina, un gentiluomo inglese inafferrabile e sinistro come Alan Crawford e il giovane studente caduto vittima dell’oppio Shao Li? Sono tutti connessi in unico grande cerchio, coaguli di un flusso narrativo inarrestabile che porta fino in Cina e ha il suo cuore pulsante in un grimorio, un libro misterioso e indecifrabile che scatena la lotta tra due ordini esoterici contrapposti. Sono due interi “mondi”, per secoli lontani e pressoché ignari l’uno dell’altro, quelli che adesso si scrutano con diffidenza e avidità: Occidente ed Estremo Oriente. Alla vigilia della rivolta dei Boxer, nella Cina imperiale devastata dalla corruzione e dalla piaga dell’oppio sfruttato come il più letale dei cavalli di Troia dalle potenze imperialiste occidentali, sarà proprio l’anziano Li Cun I ad avere il compito di unificare le varie scuole di kung fu per erigere l’ultimo disperato baluardo.

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