Maria Zambrano

“Ci sono parole mai dette e molte scritte che si perdono perché non trovano voce. Si perdono realmente? No, vanno a finire in altri astri dove troveranno il suono, la vibrazione, poiché la musica è astrale, va oltre la parola e al contempo la precede.” Così scrisse Maria Zambrano ne Le parole del ritorno.

Zambrano fu esiliata dopo la Guerra civile spagnola e viaggiò, peregrinando e nascondendosi, dal Messico a Cuba, da Roma alla Svizzera. Allieva di José Ortega y Gasset e di Xavier Zubiri all’Universidad Central di Madrid, nel 1984 tornò in Spagna e mise al centro della sua vasta e articolata produzione la storia e la vita del suo paese, ma anche la natura della filosofia occidentale e le condizioni della libertà umana. Per ogni essere umano trovare la propria forma significa trovare la propria verità. E per farlo ha bisogno di un metodo. La filosofia di Maria Zambrano ci guida nella ricerca di una postura e di un metodo non scientifici, ma adatti a un sapere dell’anima.

Luigina Mortari scrive un grande ritratto e mostra l’eredità preziosa di una protagonista illustre della tradizione del pensiero occidentale.

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