CLOCHARD: Un signore senza fissa dimora
- Autore
- Tino Sabaschi Dini
- Editore
- TINO SABASCHI DINI
- Pubblicazione
- 20/08/2019
- Categorie
Il trentatreenne giornalista Matteo Picchi, Colombo per i colleghi, assurge al ruolo di protagonista casualmente, per effetto di un avvenimento del tutto imprevisto.
«Ciò che non ti è accaduto in una vita potrebbe succedere in un attimo, quando meno te lo aspetti e ti cambierà»: questa è la massima generata casualmente da un fatto di cronaca, affidato alla penna del Picchi.
Il giornalista, conservatore e tradizionalista, aveva fatto di tutto per rimanere fedele a se stesso; ma, ad alcuni eventi non si resiste. Come l’acqua erode e modella anche la roccia più dura, così i fatti modificano e plasmano caratteri e modi di pensare. Comunque, lungi da lui l’idea di accettare passivamente l’inevitabile, aveva deciso già da giovanissimo che – terminati gli studi – avrebbe fatto il giornalista; convinto di poter esprimere liberamente tutto il suo pensiero e il suo modo di essere. Santa gioventù! Le sue intenzioni si realizzeranno solo a metà: a ventiquattro anni, dopo la laurea in giurisprudenza, aveva iniziato una collaborazione con il settimanale fiorentino “Il Sabato”; presso il quale, a distanza di qualche anno, era stato assunto come giornalista. Tuttavia, sulla possibilità di palesare liberamente ogni suo intendimento stendiamo un pietoso velo. Le esperienze sorprendenti, coinvolgenti e amare di una infermiera; e la sfortunata, intensa e commovente esistenza di un clochard faranno breccia – seppur gradualmente e con fatica – nella dura scorza del protagonista, mettendo a nudo la sua vera natura umana.
Per di più, l’esuberante Picchi aveva trovato nel suo Direttore, il cinquantasettenne Duccio Conti – Papà per tutta la redazione – pane per i suoi denti e un castigatore delle sue genialate. Le loro scaramucce vivacizzeranno la storia dall’inizio alla fine.
«Ciò che non ti è accaduto in una vita potrebbe succedere in un attimo, quando meno te lo aspetti e ti cambierà»: questa è la massima generata casualmente da un fatto di cronaca, affidato alla penna del Picchi.
Il giornalista, conservatore e tradizionalista, aveva fatto di tutto per rimanere fedele a se stesso; ma, ad alcuni eventi non si resiste. Come l’acqua erode e modella anche la roccia più dura, così i fatti modificano e plasmano caratteri e modi di pensare. Comunque, lungi da lui l’idea di accettare passivamente l’inevitabile, aveva deciso già da giovanissimo che – terminati gli studi – avrebbe fatto il giornalista; convinto di poter esprimere liberamente tutto il suo pensiero e il suo modo di essere. Santa gioventù! Le sue intenzioni si realizzeranno solo a metà: a ventiquattro anni, dopo la laurea in giurisprudenza, aveva iniziato una collaborazione con il settimanale fiorentino “Il Sabato”; presso il quale, a distanza di qualche anno, era stato assunto come giornalista. Tuttavia, sulla possibilità di palesare liberamente ogni suo intendimento stendiamo un pietoso velo. Le esperienze sorprendenti, coinvolgenti e amare di una infermiera; e la sfortunata, intensa e commovente esistenza di un clochard faranno breccia – seppur gradualmente e con fatica – nella dura scorza del protagonista, mettendo a nudo la sua vera natura umana.
Per di più, l’esuberante Picchi aveva trovato nel suo Direttore, il cinquantasettenne Duccio Conti – Papà per tutta la redazione – pane per i suoi denti e un castigatore delle sue genialate. Le loro scaramucce vivacizzeranno la storia dall’inizio alla fine.
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