Quelli del Ducato
- Autore
- Garlinzoni Andrea
- Pubblicazione
- 05/08/2019
- Categorie
Quelli del Ducato: 600 pagine di avventure nel Ducato di Milano del XV secolo.
Il volume ha richiesto sei anni di ricerche indirizzate, soprattutto, per recuperare tutte le informazioni riguardanti la vita della gente comune, le abitudini, gli abiti, i cibi, le case, le usanze…
È suddiviso in tre parti:
Gente che arriva. All’ombra dei personaggi storici, uomini e donne di ogni estrazione sociale arrivano a Milano.
Gente che nasce. Gli anni passano e a Filippo Maria Visconti succede Francesco Sforza: Milano vede la progressiva costruzione del Duomo e il castello. Chi è giunto a Milano crea famiglia, nascono i figli…
Gente che vive. Gli Sforza si succedono e i figli e nipoti, di chi vi arrivò nel 1450 al seguito di Francesco Sforza, assistono agli ultimi decenni del Ducato di Milano.
Sono i decenni della crescita, dello splendore e della fine del Ducato di Milano. Quelli del Ducato sono gente comune e popolino, che vive l’evolversi della vita dei veri personaggi storici e subendone la gioia, l’ira, convivendo con la miseria, la povertà, le malattie e le epidemie.
Incontriamo artigiani, ricchi e poveretti, marinai del Po e della laguna veneta, nobili e Maghi, architetti e mercanti, soldati e castellani, mogli e amanti che vivono nelle umili case di legno o in castelli e dimore patrizie.
Da Cotignola arrivano un conte, il suo ambasciatore, il capo delle guardie e alcuni ceramisti. Un Mastro vetraio scappa da Murano, mentre sul canale Battaglia un ragazzo diventa un abile marinaio e poi ufficiale su una nave della Serenissima. Uno scalpellino è chiamato da Candoglia, dove si estrae il marmo del Duomo di Milano, per soddisfare i desideri di Filippo Maria Visconti. Le suore di un convento, sono al centro di drammatiche vicende, mentre il mago Tebaldo da Bernardigio predice a Filippo Maria… e c’è un tesoro, quello della battaglia vinta a Casalmaggiore, sottratto alle navi veneziane catturate. Il duca lo nasconde…
Entriamo nel mondo di un commerciante genovese, di una schiava delle steppe russe, di un impiegato del Banco Mediceo di Milano, del castellano di Pavia, di una giovane donna che bussa a una ricca casa il giorno di Natale. Pochi sono i ricchi, tanti quelli che vivono dignitosamente, come possono, o del frutto del duro lavoro quotidiano. Li vediamo desinare, mentre si vestono, lavorano, sistemano la sospirata casa o ne sono scacciati. Ci sono ladri e notai, religiosi e assassini, e c’è la corte ducale di Milano, con le sue sfarzose giornate, mentre la città s’ingrandisce e vede crescere i suoi monumenti.
Sono mille le avventure della gente comune, degli onesti, dei vigliacchi, dei monaci, delle grandi dame della corte, delle tante amanti dei duchi. I potenti cambiano nome ma gli obiettivi sono sempre gli stessi; denaro, sesso e potere… C’è la vita, con i suoi stravolgimenti improvvisi, la caccia alle streghe, la peste e la febbre petecchiale, e c’è il declino del Moro, vittima di qualcuno molto più forte di lui… Sono pochi i nipoti di chi ha dato tanto a Milano, che assistono da lontano alla presa del castello sforzesco e all’instaurarsi della dominazione francese.
Il volume ha richiesto sei anni di ricerche indirizzate, soprattutto, per recuperare tutte le informazioni riguardanti la vita della gente comune, le abitudini, gli abiti, i cibi, le case, le usanze…
È suddiviso in tre parti:
Gente che arriva. All’ombra dei personaggi storici, uomini e donne di ogni estrazione sociale arrivano a Milano.
Gente che nasce. Gli anni passano e a Filippo Maria Visconti succede Francesco Sforza: Milano vede la progressiva costruzione del Duomo e il castello. Chi è giunto a Milano crea famiglia, nascono i figli…
Gente che vive. Gli Sforza si succedono e i figli e nipoti, di chi vi arrivò nel 1450 al seguito di Francesco Sforza, assistono agli ultimi decenni del Ducato di Milano.
Sono i decenni della crescita, dello splendore e della fine del Ducato di Milano. Quelli del Ducato sono gente comune e popolino, che vive l’evolversi della vita dei veri personaggi storici e subendone la gioia, l’ira, convivendo con la miseria, la povertà, le malattie e le epidemie.
Incontriamo artigiani, ricchi e poveretti, marinai del Po e della laguna veneta, nobili e Maghi, architetti e mercanti, soldati e castellani, mogli e amanti che vivono nelle umili case di legno o in castelli e dimore patrizie.
Da Cotignola arrivano un conte, il suo ambasciatore, il capo delle guardie e alcuni ceramisti. Un Mastro vetraio scappa da Murano, mentre sul canale Battaglia un ragazzo diventa un abile marinaio e poi ufficiale su una nave della Serenissima. Uno scalpellino è chiamato da Candoglia, dove si estrae il marmo del Duomo di Milano, per soddisfare i desideri di Filippo Maria Visconti. Le suore di un convento, sono al centro di drammatiche vicende, mentre il mago Tebaldo da Bernardigio predice a Filippo Maria… e c’è un tesoro, quello della battaglia vinta a Casalmaggiore, sottratto alle navi veneziane catturate. Il duca lo nasconde…
Entriamo nel mondo di un commerciante genovese, di una schiava delle steppe russe, di un impiegato del Banco Mediceo di Milano, del castellano di Pavia, di una giovane donna che bussa a una ricca casa il giorno di Natale. Pochi sono i ricchi, tanti quelli che vivono dignitosamente, come possono, o del frutto del duro lavoro quotidiano. Li vediamo desinare, mentre si vestono, lavorano, sistemano la sospirata casa o ne sono scacciati. Ci sono ladri e notai, religiosi e assassini, e c’è la corte ducale di Milano, con le sue sfarzose giornate, mentre la città s’ingrandisce e vede crescere i suoi monumenti.
Sono mille le avventure della gente comune, degli onesti, dei vigliacchi, dei monaci, delle grandi dame della corte, delle tante amanti dei duchi. I potenti cambiano nome ma gli obiettivi sono sempre gli stessi; denaro, sesso e potere… C’è la vita, con i suoi stravolgimenti improvvisi, la caccia alle streghe, la peste e la febbre petecchiale, e c’è il declino del Moro, vittima di qualcuno molto più forte di lui… Sono pochi i nipoti di chi ha dato tanto a Milano, che assistono da lontano alla presa del castello sforzesco e all’instaurarsi della dominazione francese.
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