Novecento, carogna d'un secolo (Testimonianze Vol. 2)

Il testo ha un'impostazione autobiografica ma assume via via i connotati del saggio, soffermandosi su vicende e questioni di interesse sociale e politico e analizzando le profonde trasformazioni subite dalla società italiana tra il 1920 e il 1990. La vicenda dell’Autore appare emblematica di queste trasformazioni: nato nel mondo contadino, grazie alla curiosità intellettuale e all’ambizione di crescere in cultura e dignità, ha attraversato successivamente le condizioni di contadino, di operaio, di militare e infine di funzionario governativo in organi dello Stato, fino alla nomina a Prefetto della Repubblica di Prima Classe. Un’esperienza di vita così multiforme gli permette di descrivere per conoscenza diretta i diversi mondi che ha frequentato. Partendo dalla descrizione dell'istituto della mezzadria in Umbria, analizza con competenza le diverse impostazioni della società contadina nelle varie parti d’Italia. Il racconto si dipana poi attraversando la breve esperienza di operaio e la sconvolgente prova della Guerra. Interessantissimo il racconto diretto di due delle più famose battaglie navali della Seconda Guerra Mondiale: Punta Stilo e Capo Passero. Le vicende italiane del dopoguerra ci vengono raccontate dal particolare punto di vista di chi ha vissuto dall’interno l’evoluzione e le trasformazioni degli apparati dello Stato, spesso vissute con disapprovazione, constatando come non sempre ciò che viene deciso a livello governativo è ciò che veramente porta progresso e miglioramento alla società. "Fu detto che, fatta l’Italia restava da fare gli Italiani. Cioè la Nazione, con tutto quel che ne segue in termini di coesione sociale, di democrazia senza aggettivi, di progresso morale e civile. Ci ritroviamo invece ad essere «paese» (cattiva traduzione di termini stranieri) concetto che nella nostra lingua non va molto al di là dell’ambito territoriale. Non comprende per esempio intelletti e spiriti, entusiasmi ed eroismi, che il passato pur ci ha dato. Non è un caso perciò che il paese abbia raggiunto uno stadio di endemico disordine e che la funzionalità dello Stato non sia mai stata messa altrettanto alla prova, nemmeno dalle guerre."

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