Tra le righe di un epistolario
- Autore
- Simona Weller
- Editore
- Archivio Simona Weller
- Pubblicazione
- 07/01/2020
- Valutazione
- 1
- Categorie
L’epistolario del titolo riguarda una serie di lettere che de Chirico scrisse, subito dopo la guerra, ai mercanti Rotta di Genova con cui lavorò a lungo.
Queste lettere, vergate a mano con una grafia ottocentesca, sono una sorta di diario di un rapporto amichevole e al tempo stesso burlesco intercorso tra i protagonisti dell’epistolario, Rinaldo e Roberto Rotta.
Simona Weller, a sua volta pittrice e scrittrice, ebbe modo di conoscere personalmente de Chirico e frequentarlo tra la fine degli anni Sessanta e il Settantotto anno della sua morte.
Le lettere, che rivelano tutta l’ironia e la solitudine del grande artista, diventano per la Weller un pretesto per raccontare il personale rapporto di amicizia che l’allor giovane pittrice era riuscita a instaurare con uno dei mostri sacri della storia dell’arte italiana.
La ricerca, più o meno consapevole, del mistero, se non enigma, che de Chirico ha sempre nascosto dietro il suo burbero carattere è ciò che la scrittrice si ripropone di rivelare con una lettura attenta e capillare. Ne risulta un memoire divertente e insolito che forse aggiunge una tessera al grande mosaico che è la vita di de Chirico raccontata sia dai suoi estimatori che dai suoi detrattori.
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Recensioni e articoli
— Joseph W. Finnigan
Consiglio questa eccellente lettura a coloro che sono appassionati d'arte contemporanea, ma non ne conoscono a fondo i protagonisti. Fra questi, primo attore, spicca la figura di Giorgio de Chirico. L’epistolario del titolo riguarda una serie di lettere che de Chirico scrisse, subito dopo la guerra, ai mercanti Rotta di Genova con cui lavorò a lungo. Queste lettere, vergate a mano con una grafia ottocentesca, sono una sorta di diario di un rapporto amichevole e al tempo stesso burlesco intercorso tra i protagonisti dell’epistolario, Rinaldo e Roberto Rotta. Simona Weller, a sua volta pittrice e scrittrice, ebbe modo di conoscere personalmente de Chirico e frequentarlo tra la fine degli anni Sessanta e il Settantotto anno della sua morte. Le lettere, che rivelano tutta l’ironia e la solitudine del grande artista, diventano per la Weller un pretesto per raccontare il personale rapporto di amicizia che l’allor giovane pittrice era riuscita a instaurare con uno dei mostri sacri della storia dell’arte italiana. La ricerca, più o meno consapevole, del mistero, se non enigma, che de Chirico ha sempre nascosto dietro il suo burbero carattere è ciò che la scrittrice si ripropone di rivelare con una lettura attenta e capillare. Ne risulta un memoire divertente e insolito che forse aggiunge una tessera al grande mosaico che è la vita di de Chirico raccontata sia dai suoi estimatori che dai suoi detrattori. Ciò premesso, non mi resta che augurarvi una buona lettura.
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