Dio non esiste: Le radici atee e materialiste del fascismo

La sera del 26 marzo 1904, alla Maison du Peuple di Losanna, il socialista Mussolini tiene un contradditorio con il pastore evangelico Alfredo Taglialatela davanti a 500 persone: la sua posizione, volta a negare l’esistenza di Dio in nome della ragione, si innesta nella concezione illuminista e positivista che si fa promotrice della pace, della tolleranza, di Marx e di Darwin, della scienza e del progresso contro un oscuro Medioevo della religione e della superstizione. Francesco Agnoli analizza criticamente il testo mussoliniano e ne mette in luce la totale ascientificità, dimostrando come alla base del fascismo ci sia un pensiero materialista che, annullando la distinzione tra bene e male e il libero arbitrio, nega l’unicità e la dignità dell’uomo in nome di uno Stato hegeliano che rivendica per sé attributi divini. Idee che accomunano Mussolini con Lenin, Stalin, Trotskij e Hitler, e che hanno fatto sì che il XX secolo sia stato il più violento e sanguinoso della storia dell’umanità.

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«L’idea di raccontare la mia vita, e cioè le vicende tristi e liete di cui s’intesse la vita degli uomini, mi è venuta improvvisamente nella notte dal 2 al 3 dicembre, nella cella numero trentanove delle carceri di Forlì, mentre cercavo invano il sonno. L’idea mi è piaciuta e intendo tradurla nel fatto. Ho ventotto anni. Sono giunto, io credo, a quel punto che Dante chiama il “mezzo del ...