Il Mostro di Firenze: Una lettura anche astrologica dei fatti
- Autore
- Ciro Discepolo
- Pubblicazione
- 08/01/2020
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PREFAZIONEQuella del “Mostro di Firenze” è una vicenda che, come hanno osservato tanti giornalisti, inquirenti, scrittori, magistrati e blogger prima di me, non sembra neanche che sia potuta avvenire in Italia e addirittura nella magnifica campagna toscana. I fatti a cui essa si riferisce, infatti, ci rimandano con il pensiero alle più truculenti storie di Hollywood, delle serie televisive basate sulle gesta di sanguinari serial killer, sui profiler che lavorano a Quantico e che hanno scritto buona parte della criminologia moderna e via dicendo. Ma chi si immerge, seppure per pochi mesi, come il sottoscritto, in quell’immenso oceano che è il caso in oggetto, percepisce che esso è, per diverse ragioni, sicuramente il più importante al mondo e giganteggia su tutti gli altri per numero di anni che lo hanno segnato, per numero di vittime e di sospettati, diversi dei quali hanno fatto anche anni di carcere ingiusto, per numero di poliziotti e magistrati che se ne sono occupati quasi a tempo pieno e per lustri. Ma non soltanto per ciò. Molti dei protagonisti di questa vicenda, direttamente o indirettamente collegati alle indagini sul “Mostro”, hanno scontato a loro volta anche decenni di anni di carcere per altri delitti e omicidi i cui fili, in qualche modo, si intrecciano con quelli di Pacciani e dei suoi compagni di merende.A fianco allo strazio per le sedici giovani vittime, anche orrendamente mutilate, si stagliano fatti meno noti come, per esempio, che in quei luoghi, tra gli Anni Settanta e gli anni Ottanta, cambiò addirittura il costume delle famiglie soltanto di quella ristretta zona d’Italia: i genitori fingevano di andare al cinema per lasciare la casa libera ai loro ragazzi, evitando, così, che gli stessi andassero ad appartarsi in aperta campagna che poi è solo a pochissimi chilometri da Firenze. Può sembrare uno scenario di scarso rilievo e, invece, ciò è stato perfino studiato da sociologi di grande fama.Questa tragica e lunga storia ci ha fatto scoprire anche altre poco edificanti realtà come quella dei cosiddetti guardoni: persone, perfino insospettabili ricchi borghesi e professionisti, uniti da un’unica “passione”, quella di spiare le coppiette, di filmarle, addirittura, e di mettere perfino microfoni sotto le loro auto, tutto ciò in virtuali associazioni dove i presenti erano più o meno sempre gli stessi e si conoscevano di vista.Uno di costoro, l’autista di ambulanze, Enzo Spalletti, viene arrestato nel 1981, subito dopo il terzo delitto della serie, e racconta alla moglie i particolari del delitto del 6 giugno. Interrogato dagli inquirenti si contraddirà molto e per questo sarà arrestato come presunto Mostro. Ma sarà rilasciato mesi dopo quando il titolare di questa truce e lunga mattanza colpirà ancora.Negli anni sono state seguite le piste più diverse e perfino uno dei massimi studiosi di tutta la vicenda, il cronista de La Nazione di Firenze, Mario Spezi, che seguì tutti gli omicidi dall’inizio della serie, sarà a sua volta sospettato e incarcerato.Di più. Ci sono studiosi del caso che giungono perfino a indicare in Pier Luigi Vigna, il procuratore capo di Firenze, il mandante o uno dei mandanti di questi omicidi. Anche per questo io penso che il giallo senza mai fine del Mostro di Firenze superi tutti gli altri, perfino per fantasia degli inquirenti, ufficiali e non: una delle piste seguite per decenni è stata quella di ricchi uomini, perfino delle istituzioni, appartenenti a sette massoniche e/o diaboliche, che avrebbero commissionato tutti questi delitti e, come dicevo, perfino il procuratore capo che condusse a lungo le indagini fu additato da qualcuno come mandante o come complice dei mandanti.Più d’uno tra i sospettati della vicenda è morto in circostanze misteriose, a cominciare da Pietro Pacciani, il contadino di Vicchio, prima condannato all’ergastolo, poi assolto in appello e infine morto stranamente mentre attendeva un nuovo giudizio. (Dalla Prefazione. Continua).
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