Anamnesi: (Le cose imperfette)

Il poeta porta con sé tutto il peso delle negatività umane, ne percepisce la decadenza, le nefandezze più crudeli, il buio che alberga nelle loro anime. Questo fardello trova sfogo attraverso la sua voce e attraverso i suoi versi.
Armando Gioia mostra un animo visionario, capace di scorrere nelle profondità degli uomini e delle donne, un’ispirazione profonda che ricorda vagamente la capacità di esprimere i malesseri umani dei poeti francesi di fine 800, lo SPLEEN che ogni speranza porta via con sé, piantando la sua bandiera nera sull’animo e il cuore umano.
Il lutto esistenziale del poeta permea e si espande lungo i suoi componimenti.
Armando Gioia nasce a Caltanissetta il 25 Marzo del 1999. Ha frequentato il Liceo Classico Ruggero Settimo e adesso sta per concludere il primo anno di Lettere all’università di Palermo.
Inizia a scrivere in versi nell’immediata adolescenza per necessità primordiale di raccontare, raccontarsi ma, soprattutto, per alleviare e addolcire il proprio mondo.
Già dal titolo Anamnesi, vuole far rimontare la poesia ad un primo processo necessario per la guarigione: la poesia; così come la prima fase che permette al medico di giungere a una diagnosi accurata (la stessa anamnesi), può dunque di certo risalire a una prima tappa di conoscenza del sé, attraverso la quale, poi, giungere a una trasformazione positiva.

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