Scacco al Parkinson - da Roncisvalle a Santiago di Compostela

Leggendo il libro, risalta la figura del protagonista, che la sorte, a 59 anni, ha deciso di penalizzare con un handicap insormontabile: il morbo di Parkinson.
Tra le righe emerge, però, il carattere dei grandi, la sua “testardaggine sarda”, la volontà granitica di non arrendersi mai, ma di ribattere colpo su colpo al suo grande nemico e di rilanciare sempre la sfida.
Come? Compiendo il “Cammino di Santiago di Compostela” nel 2013, suo vecchio sogno, con l'ingombrante e indesiderata compagnia della sua scimmia (il Parkinson) appollaiata sulla sua spalla.
I sentimenti dell'autore, durante il cammino, sono miscelati, con arte: la paura, la gioia, l'estasi e la vergogna fino all'esaltazione finale, con l’arrivo alla meta: Santiago di Compostela. Esaltazione, per aver vinto questa prova, quando tutti la ritenevano impossibile per lui; gioia nel poter urlare al mondo: "Ce l’ho fatta! Questa volta ho vinto io la sfida! Tutti possono farcela, anche chi è portatore di Handicap!” L'importante e non arrendersi mai, ma lottare sempre...

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