Quando un libro ti sa toccare nel profondo, non accetti la sua fine
- Autore
- Elisa Averna
- Pubblicazione
- 26/05/2020
- Valutazione
- 1
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Una giovane donna, di nome Soleandra, si trova a lottare contro la sua sosia defunta di nome Sara. Due donne e due storie, convergenti e drammatiche. Sara è morta, eppure, in questo romanzo la sua presenza è ovunque. La sua ombra aleggia in ogni pagina. Soleandra rivolge il suo memoriale prorio a Sara per cercare di porre fine allo strazio di Sara, che non accetta la sua morte, non accetta di aver lasciato nel mondo terreno i suoi affetti e soprattutto un amore incompiuto, quello che la legava a Lorenzo. Sara perseguita Soleandra, la quale si sostituisce a Sara su richiesta della famiglia di Sara, perché la nonna di Sara, Anna Maria, non sa che la nipote è morta. Soleandra interpreta la parte di Sara senza alcuna difficoltà, perché proprio come è simile a lei fisicamente ha in comune con la ragazza molti aspetti caratteriali. Il dramma di Soleandra è che finirà per innamorarsi di Lorenzo. Soleandra cerca a questo punto di differenziarsi da Sara il più possibile, perché non vuole che Lorenzo la ami solo in virtù della somiglianza che lei ha con Sara e perché teme di perdere la sua identità. Il dramma si acuisce fino a diventare tragedia quando Soleandra è colpita da una malattia degenerativa agli occhi che la porterà a diventare cieca. Soleandra vivrà la malattia come una punizione di Sara, per aver lei, Soleandra, sconfinato oltre i limiti della sua interpretazione di Sara, appropriandosi della sua vita e di tutti i suoi affetti.
Di questo libro ho amato sopra ogni cosa lo stile di scrittura dell’autrice, di cui ho recensito anche altri suoi romanzi, ambientati nell’Ottocento. Confermo di apprezzarne l’originalità e la sua capacità di coinvolgere il lettore. I suoi personaggi sono tutti molto ben caratterizzati. Qui, in Chiodi di ghiaccio, sono molti, ma è impossibile confonderli e perderli di vista. Ho amato il personaggio di Rossella, una bimba che Soleandra ospiterà a casa sua per un certo periodo e che davvero sprigiona una tenerezza infinita. Il personaggio di Nora, ragazza ribelle, che Solenadra segue negli studi, mi ha creato sentimenti misti, che non saprei neanche definire. So soltanto che ho sperato fino all’ultimo in una sua redenzione e l’ultima scena in cui appare Nora, mi ha portato via non poche lacrime. In realtà, non sono poche le scene in “Chiodi di ghiaccio” che producono un nodo alla gola per giorni, almeno così a me è capitato. La “scena della porta”, tra Soleandra e Lorenzo, è stata a dir poco straziante. Il personaggio della nonna, Anna Maria, mi ha colpito davvero tanto nella parte finale. Anche se, conoscendo l’autrice da altri suoi romanzi, ero preparata a un colpo di scena spiazzante.
Consiglio questo libro a chi ama immegersi nei sentimenti umani, in tutta la sua durezza, ma anche a chi cerca da un romanzo un intrattenimento anche dopo la sua lettura. Chiodi di ghiaccio ti porta a riflettere sulla vita, sulle sue dinamiche a volte crudeli a volte dolci e sulla necessità di essere forti per sopravvivere e trasformalre le avversità in punti di forza. Chiodi di ghiaccio ti rimane dentro, te lo porti con te anche dopo aver letto le sue ultime righe. È un romanzo che non si dimentica.
Anna luce
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