Madre Olma e il Crociato

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Madre Olma e il Crociato
Autore
Giovanna Treglia Biagi
Pubblicazione
15/06/2021

È l’Anno del Signore 1292 allorquando eventi, passati e presenti, quali il racconto di una disfatta, il ricordo di una conquista e il mistero di una morte, troveranno compimento. Questi i protagonisti della storia.
Madre Olma, badessa del Monastero di Santa Maria delle Nevi, pur annoverando una ragguardevole età, unisce alla fede e al suo impegno cristiano le sorprendenti doti di una mente deduttiva, pronta a trovare soluzione ad enigmi e misteri, altrimenti difficilmente risolvibili. Il Monastero, del quale è la superiora, replica in miniatura e affiancato a quello maschile di Sant’Egidio, sorge sulla sommità di un vasto pianoro erboso, percorso dal vento, dominante tutta la valle; ai due grandi, eterogenei complessi monastici, situati lungo il percorso di quella conosciuta come Via Francigena, fanno da fondale i contorni azzurrini degli Appennini.
Oddone di Bartolo è un crociato che ha combattuto, in Oriente, per la difesa di San Giovanni d’Acri, a quel tempo, ultimo presidio cristiano in Terrasanta; in seguito alla sua caduta, dopo molti stenti e lunghe peregrinazioni, trova asilo nell’ospedale annesso al Monastero di Sant’Egidio ma lì, nonostante le cure di fratello Leo, i medicamenti preparati dal monaco speziale e da sorella Winifrida, viene trovato morto.
Il vescovo Gilio Bombello, amico e sincero estimatore dell’arguzia, acume e pacatezza della badessa Olma, nonostante non abbia alcuna giurisdizione sul monastero, vi giunge in visita lo stesso giorno dell’arrivo del pellegrino-crociato. Dopo la notizia della sua morte, si mostrerà assai sollecito nel coadiuvare la superiora per pervenire ad una logica spiegazione dei fatti. Ma, come sempre accade, la portata delle riflessive argomentazioni di Madre Olma lasceranno stupito il presule, deciso a perseguire nel suo intento di mantenere, immutato nel tempo, il sodalizio con l’anziana monaca. Il suo palese apprezzamento, così come la sua permanenza entro le mura del convento, riaccenderanno, però, il contenzioso tra lui e l’abate Ugolino, rettore dell’annesso Monastero di Sant’Egidio, incapace di apprezzare la badessa, con la quale si trova costantemente in disaccordo.


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