QUEL 26 DI MAGGIO: poesie semiautomatiche

Commento dell'autore

Era un giorno speciale , un giorno come un crocevia dove si incontrano innumerevoli strade,  alcune dritte altre tortuose, un giorno come uno scontro al crocevia .

Dopo pensi che con la rotonda …forse …

Dopo pensi se fossi andato meno veloce

Dopo pensi fino a che ti sembra che ….la testa debba esplodere

Dopo pensi che avresti dovuto e o potuto

Adesso ….non è possibile intervenire

Quel 26 maggio identifica una data precisa che rimane scritta …..in una lapide, eppoi rimane indelebile scritta nel cuore

Così come “las cinqo della tarde”  identificava l’ora speciale di Ignacio Sánchez Mejías, quel ventisei di maggio era il giorno speciale che credo nessuno abbia invocato

Quel ventisei di maggio era il giorno fatidico di un essere umano e non ha importanza il colore della sua pelle o dei suoi capelli; non ha importanza quanto avesse dato all’umanità o quanto da essa stessa avesse ricevuto

Sono cosciente che è un esercizio difficile ma nel panorama degli aggettivi adeguati agli esseri umani non ve ne è uno più adeguato di altri per descrivere così semplicemente un essere animale appartenente all’ordine dei primati alla famiglia degli ominidi specie homo sapiens .

Tutto il resto, come la marca delle mutande, il cuore che batteva, la lingua che si muoveva per generare parole articolate è una caratteristica della specie suddetta ma soprattutto è una peculiarità di ciascuno che rende inconfondibili e soprattutto non replicabili.