Gli ultimi lupi (Romanzo giallo Vol. 2)
- Autore
- FABIO DUCI
- Pubblicazione
- 26/02/2015
- Categorie
Un corpo abbandonato ai piedi di un’alta roccia. Un banale incidente di montagna come ne capitano molti, ma poi sono arrivati i lupi ed il morto non ha documenti, nulla che possa aiutare i Carabinieri che l’hanno trovato ad identificarlo. Siamo nell’Italia dei primi anni ’80, quando ancora il terrorismo non è stato del tutto sconfitto. Le indagini per questa morte tragica e banale e per un omicidio commesso pochi giorni più tardi a due passi dalla caserma dei Carabinieri, saranno lunghe e sorprendenti, un piccolo tassello dopo l’altro fino alla scoperta della verità. Il seguito di “Pubbliche relazioni.”
Era una giornata autunnale, un poco tetra, come talvolta accade nelle vallate ai piedi delle Alpi quando il cielo diventa grigio e le nuvole cariche di pioggia si abbassano a nascondere le cime delle montagne. Il bosco che si arrampicava lungo le pendici del monte Cimone, sopra il paese di Clusate, un piccolo centro in alta Valle Seriana a nord-est di Bergamo, sembrava immerso in una sorta di irreale, malefico incanto. Nello scuro sottobosco l’aria era immobile, intrisa di pioggia, colma di tutti quei profumi e di quegli odori che l’umidità intensa estrae dal terreno e sparge con generosità nell’aria.
La jeep dei Carabinieri si arrestò in un piccolo spiazzo in mezzo agli alberi, il motore ansimante dopo le ripide e sconnesse salite che aveva dovuto affrontare per arrivare fin lì dal paese.
"Brutta strada, vero?" il Maresciallo Fabrizi sorrise, una leggera pacca sulla spalla del giovane dottore che appariva alquanto scosso, "Nespoli, sei sicuro di aver inserito bene la marcia e bloccato il freno, la jeep preferirei ritrovarla qui quando ritorneremo."
Era una giornata autunnale, un poco tetra, come talvolta accade nelle vallate ai piedi delle Alpi quando il cielo diventa grigio e le nuvole cariche di pioggia si abbassano a nascondere le cime delle montagne. Il bosco che si arrampicava lungo le pendici del monte Cimone, sopra il paese di Clusate, un piccolo centro in alta Valle Seriana a nord-est di Bergamo, sembrava immerso in una sorta di irreale, malefico incanto. Nello scuro sottobosco l’aria era immobile, intrisa di pioggia, colma di tutti quei profumi e di quegli odori che l’umidità intensa estrae dal terreno e sparge con generosità nell’aria.
La jeep dei Carabinieri si arrestò in un piccolo spiazzo in mezzo agli alberi, il motore ansimante dopo le ripide e sconnesse salite che aveva dovuto affrontare per arrivare fin lì dal paese.
"Brutta strada, vero?" il Maresciallo Fabrizi sorrise, una leggera pacca sulla spalla del giovane dottore che appariva alquanto scosso, "Nespoli, sei sicuro di aver inserito bene la marcia e bloccato il freno, la jeep preferirei ritrovarla qui quando ritorneremo."
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Luglio 1982, una giornata estiva, un poco tetra, come talvolta accade nelle vallate ai piedi delle Alpi quando il cielo diventa grigio e le nuvole cariche di pioggia si abbassano a nascondere le cime delle montagne. Un piccolo paese ai piedi delle Alpi, una giovane donna uccisa nel suo appartamento. Un’indagine come altre per un maresciallo dei Carabinieri ed un medico legale, amici da anni. Ma...