Il vizio dell'odio
- Autore
- Mario Pippìa
- Pubblicazione
- 16/02/2014
- Categorie
In una Torino rovente per la calura d'Agosto, la morte di Carlo Setteconce, stimato chirurgo nella sua vita precedente, e ora tranquillo e solitario pensionato, viene rivelata solo dal terribile odore che circonda la sua villetta di Pino Torinese.
Una triste "morte solitaria".
Ma dopo due settimane dalla rimozione del corpo, l'odore c'è ancora. Forse anche peggio.
Il commissario Polloni torna e approfondisce l'indagine sulla casetta di Setteconce, facendo una terribile e macabra scoperta: il dottore aveva una cantina segreta, e dentro ci teneva segregato un uomo. Che è morto d'inedia, abbandonato dal suo aguzzino.
Il poliziotto deve ora scoprire per quale motivo il professionista aveva un hobby tanto strano e terribile, e chi è l'uomo della cantina.
Le conseguenze delle sue indagine saranno terribili e inaspettate: un'ondata di odio profondo travolge qualcuno che inizia a uccidere crudelmente i presunti colpevoli del rapimento del figlio di Setteconce, avvenuto tredici anni prima, e mai risolto.
Polloni e la sua squadra ingaggeranno una crudele gara con l'assassino, per riuscire a impedirgli di portare a termine la sua inutile vendetta.
L'odio è come un vizio: fa male, ma fa star bene.
Una triste "morte solitaria".
Ma dopo due settimane dalla rimozione del corpo, l'odore c'è ancora. Forse anche peggio.
Il commissario Polloni torna e approfondisce l'indagine sulla casetta di Setteconce, facendo una terribile e macabra scoperta: il dottore aveva una cantina segreta, e dentro ci teneva segregato un uomo. Che è morto d'inedia, abbandonato dal suo aguzzino.
Il poliziotto deve ora scoprire per quale motivo il professionista aveva un hobby tanto strano e terribile, e chi è l'uomo della cantina.
Le conseguenze delle sue indagine saranno terribili e inaspettate: un'ondata di odio profondo travolge qualcuno che inizia a uccidere crudelmente i presunti colpevoli del rapimento del figlio di Setteconce, avvenuto tredici anni prima, e mai risolto.
Polloni e la sua squadra ingaggeranno una crudele gara con l'assassino, per riuscire a impedirgli di portare a termine la sua inutile vendetta.
L'odio è come un vizio: fa male, ma fa star bene.
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