Jakob von Gunten (Gli Adelphi)

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Jakob von Gunten (Gli Adelphi)
Autore
Robert Walser
Editore
Adelphi
Pubblicazione
12/03/2014
Categorie
«Kafka è un caso particolare del tipo Walser», scrisse Robert Musil nel 1914, frase evidentemente ingiusta, ma che pure coglie un nesso essenziale. Grande scrittore che fu amato subito da altri grandi scrittori, come Kafka, Musil o Walter Benjamin, e poi con lentezza, ma sicuramente, ha continuato a conquistarsi lettori fino a oggi, Robert Walser (1878-1956) è, nel nostro secolo, un autore insieme centrale e appartato. Pianta esotica nata sul suolo svizzero, virtuoso del linguaggio, estremo erede dei grandi romantici, dai quali discende la sua meravigliosa, ininterrotta ironia, Walser ha creato un’opera vasta, ma costituita per la maggior parte da testi minuscoli – le sue famose «prose brevi» –, priva di uno sviluppo apparente, sparpagliata e elusiva. In questo minuzioso, immenso tessuto lo "Jakob von Gunten" (1909) è il libro più compiuto, anche il più complesso e il più caro al suo autore.
L’azione di questo romanzo-diario si svolge all’interno di un istituto dove alcuni ragazzi imparano a servire. Luogo ambiguo, non si sa se di tortura o di felicità, insieme quotidiano e fantastico, sospeso nel tempo, I’Istituto Benjamenta viene osservato e subìto dal giovane Jakob von Gunten, che ce ne svela progressivamente i segreti e ogni volta li rinnova. Qual è il potere del burbero e tenebroso Signor Benjamenta e della sua angelica sorella Lisa, i due esseri che guidano lo sparuto manipolo degli allievi? Che senso ha lo sconcertante insegnamento dell’istituto, simile a una oscura «educazione a rovescio»? Abbiamo di fronte a noi un turpe inganno o un paradiso camuffato? Come "Il Castello" di Kafka – dove per altro è stato avvertito l’eco dello "Jakob von Gunten" – così anche questo romanzo di Walser ha provocato interpretazioni opposte, che però hanno lasciato intatto il suo mistero: l’immagine dell’Istituto Benjamenta resta come uno dei luoghi memorabili della letteratura del Novecento.
Il saggio di Roberto Calasso, che accompagna questa edizione, si propone di individuare una matrice mitologica del romanzo che permetta di leggerlo in una nuova prospettiva.

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