Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno: 263 (Classici)

Le sottilissime astuzie di Bertoldo sono state scritte da Giulio Cesare Croce nel 1606, ed è uno dei pochissimi testi di autentica vena popolare della letteratura italiana. Il dialogo rapido, dal linguaggio diretto e plebeo, le descrizioni colorite e argute, le battute comiche e feroci a un tempo, ben si adattano a tratteggiare il robusto villano Bertoldo, intento a rivendicare, di fronte ai ricchi ed ai potenti, la dignità umana del ceto contadino oppressa da millenarie umiliazioni. Ma se in Bertoldo è vivo questo spunto polemico, già in Bertoldino, suo sciocco orfano assistito dalla madre, il personaggio ridiviene trastullo e zimbello della leggendaria corte di re Alboino.

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