Il napoletano che domò gli afghani
- Autore
- Stefano Malatesta
- Editore
- Neri Pozza
- Pubblicazione
- 11/03/2015
- Categorie
Un giorno, il geniale Ranjit Singh, il fondatore dell’impero sikh, pensò bene di nominare governatore della turbolenta città Abu Tabela, e per gli abitanti di Peshawar fu come essere governati di colpo da un Tamerla-no, un Barbablù e un impalatore turco messi insieme. I ladri sparirono, i rapinatori furono squartati, gettati dai minareti o impiccati agli alberi fuori le mura e i cittadini benestanti torturati perché mollassero il gruzzolo grande o piccolo che fosse.
Centocinquant’anni dopo, per frenare i loro figli troppo vivaci, le madri di Peshawar e di altre città pakistane minacciano ancora di chiamare Abu Tabela.
L’aspetto più incredibile di questa vicenda, che pure presenta più di un lato stupefacente, è che Abu Tabela non è il nome di un crudele capo uzbeko o di un capobanda patano, ma la traslitterazione, più o meno fedele, di Paolo Avitabile, napoletano, ex cannoniere borbonico, passato a Murat, ripassato ai Borbone, assoldato dallo shah di Persia per far pagare le tasse ai kurdi e, infine, finito a Lahore, alla corte di Ranjit Singh. Un napoletano che divenne una figura leggendaria anche per gli inglesi, i quali sostenevano che gli afghani guardavano Avitabile con la paura e la reverenza con cui gli sciacalli guardano la tigre.
Per raccontare una simile storia, ci voleva un narratore straordinario come Stefano Malatesta, sulle tracce di Avitabile da anni. Ricostruendo la stupefacente vita dell’avventuriero napoletano, Malatesta ci offre un ri-tratto incomparabile del nord dell’India quando era ancora in mano agli indiani: una terra immensa, affasci-nante, percorsa da eserciti che si danno battaglia, guidati da ufficiali europei che avevano combattuto a Wa-terloo, dove si parlano tutte le lingue, dove i maharaja sono ricoperti dei gioielli più costosi del mondo, dove gli esploratori sono anche spie e il più grande viaggiatore del secolo, Alexander Gardiner, è anche il più grande bugiardo. Dove gli inglesi sono ovunque, fingendo, ancora per poco, di essere capitati lì per caso.
«Un libro che si fa leggere d’un fiato e che finisce con la punizione del cattivo».
Raffaele La Capria
«Una storia esemplare d’orrori e rapacità ricostruita con l’accuratezza degli storici e la leggerezza del buon cronista».
Il Sole 24 Ore
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
Non ci sono ancora recensioni o articoli
Altri libri di Stefano Malatesta
La vanità della cavalleria: e altre storie di guerra di Stefano Malatesta — Neri Pozza
La vanità è sempre stata una prerogativa della cavalleria e degli uomini in divisa. Nel 1525 Francesco I di Valois, alla testa della cavalleria francese durante la battaglia di Pavia, disarcionato rischiò di vedersi tagliare le mani dai lanzichenecchi e dagli uomini dei tercios spagnoli desiderosi di arraffare i suoi anelli. Trine, merletti e sete erano merce comune tra gli uomini della ...
La pescatrice del Platani: e altri imprevisti siciliani di Stefano Malatesta — Neri Pozza
I libri di Malatesta sono di splendida lettura e di difficile definizione. Quando si mette in viaggio, possibil-mente a piedi, non si sa mai dove vada a parare. Molti racconti iniziano come recit de voyage e finiscono imprevedibilmente da qualche altra parte, in critica letteraria, in ricostruzione storica, in narrazioni di batta-glie, in gastronomia, seguendo una sorta di filosofia del ...
Il Grande Mare di Sabbia: Storie del deserto di Stefano Malatesta — Neri Pozza
Chi non è mai stato nel deserto è convinto, dai libri che ha letto, che sia un luogo straordinario ma monotono. «Un maledetto uadi dietro l’altro», come rispose un viaggiatore inglese a chi gli chiedeva se la traversata era andata bene. In realtà, sono quasi sempre i libri, non i deserti, a essere monotoni. Perché non basta descrivere i bagliori violetto e arancio dei tramonti, le calde dune ...
Il cammello battriano: In viaggio lungo la Via della Seta di Stefano Malatesta — Neri Pozza
Nella libreria del British Museum, di fronte alla Bibbia di Gutenberg, c’è un casottino di vetro che custodisce un rotolo buddhista, il Diamond Sutra, stampato nell’866 dopo Cristo. Sei secoli prima di Gutenberg. È stato trovato – i cinesi dicono rubato – all’inizio del secolo in un’oasi sperduta della Cina occidentale, ai confini con il Taklamakan, uno spaventoso deserto il cui nome significa...
L'uomo dalla voce tonante: Storie dell'America del Sud di Stefano Malatesta — Neri Pozza
Uno scrittore cileno dell’Ottocento ha detto una volta che gli europei in visita nell’America del Sud parlano sempre di vulcani, selve amazzoniche, tempeste di Capo Horn, poiché non possono fare a meno di celebrarne la natura selvaggia. Anche Malatesta parla della natura del continente australe, ma i veri protagonisti di questo libro sono gli indios della Terra del Fuoco considerati da Darwin l...