Il viaggio della speranza
- Autore
- Gian Paolo Buffa
- Editore
- Edizioni Artestampa
- Pubblicazione
- 28/07/2015
- Categorie
A Palermo, salendo sulla Freccia Del Sud che mi avrebbe portato a Milano, mi resi conto di quanta gente lasciava la Sicilia ogni giorno. Erano per lo più emigranti...”
Questa è la storia del viaggio di “uno di quei tanti siciliani” che hanno abbandonato la propria città natale per darsi una nuova possibilità di vita.
È l’ottobre del 1958 quando l’autore, intraprende a soli sedici anni il suo “viaggio della speranza” dalla Sicilia alla Svizzera, lasciandosi alle spalle conflitti e incomprensioni ma anche nostalgie, affetti e ricordi.
Un racconto autobiografico che fa luce su una vicenda esemplare dell’Italia all’alba degli anni Sessanta, l’epoca delle grandi emigrazioni interne ed europee, quando uomini, donne, ragazzi, ragazze e famiglie intere per “fame di viveri” o per “fame di libertà” lasciavano vecchi borghi e contrade e per approdare in luoghi sconosciuti e spesso ostili.
Il racconto si svolge nell’arco di appena tre giorni, ma nonostante la brevità temporale l’autore riempie queste settantadue ore di riflessioni, passioni e amori, drammi, gelosie, consapevolezza e inconsapevolezza, cultura e ignoranza, etica, virilità, patriottismo e ancora tanto altro.
Molti gli spunti di riflessione offerti da queste pagine, primo fra tutti la drammaticità e il peso della realtà di un’Italia culturalmente divisa tra nord e sud: una spaccatura difficile da colmare, una ferita dolorosa che l’autore ha vissuto sulla propria pelle e che ancora non pare del tutto rimarginata.
Questa è la storia del viaggio di “uno di quei tanti siciliani” che hanno abbandonato la propria città natale per darsi una nuova possibilità di vita.
È l’ottobre del 1958 quando l’autore, intraprende a soli sedici anni il suo “viaggio della speranza” dalla Sicilia alla Svizzera, lasciandosi alle spalle conflitti e incomprensioni ma anche nostalgie, affetti e ricordi.
Un racconto autobiografico che fa luce su una vicenda esemplare dell’Italia all’alba degli anni Sessanta, l’epoca delle grandi emigrazioni interne ed europee, quando uomini, donne, ragazzi, ragazze e famiglie intere per “fame di viveri” o per “fame di libertà” lasciavano vecchi borghi e contrade e per approdare in luoghi sconosciuti e spesso ostili.
Il racconto si svolge nell’arco di appena tre giorni, ma nonostante la brevità temporale l’autore riempie queste settantadue ore di riflessioni, passioni e amori, drammi, gelosie, consapevolezza e inconsapevolezza, cultura e ignoranza, etica, virilità, patriottismo e ancora tanto altro.
Molti gli spunti di riflessione offerti da queste pagine, primo fra tutti la drammaticità e il peso della realtà di un’Italia culturalmente divisa tra nord e sud: una spaccatura difficile da colmare, una ferita dolorosa che l’autore ha vissuto sulla propria pelle e che ancora non pare del tutto rimarginata.
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