Il nome tuo saprò

“Il nome tuo saprò” è un racconto autobiografico. L’autrice al suo primo impegno letterario, nella prima parte dell’opera ripercorre la storia della sua adozione a partire dalla sconvolgente telefonata anonima ricevuta il giorno del suo diciannovesimo compleanno. La narrazione si sviluppa in prima persona attraverso le parole del padre adottivo; ascoltandolo l’autrice rivive le sensazioni e le emozioni, a volte dolorose, provate nel corso della propria infanzia ed adolescenza. Sono gli anni ’50 e ’60 in una piccola città del Veneto, nella quale perbenismo e conformismo reprimono il suo carattere espansivo ed aperto. La prima parte del racconto prosegue con il nuovo clima culturale indotto dagli eventi del ’68 e si conclude con il matrimonio e la nascita dei due figli. Nella seconda parte, con un salto temporale di circa quarant’anni, l’autrice descrive le fasi della ricerca delle proprie origini, stimolata dalle domande della figlia maggiore che risvegliano un desiderio mai completamente rimosso. La vicenda conduce la protagonista in varie regioni italiane e a nord di Londra. Toccante è la descrizione degli incontri con le persone che le ricerche fanno supporre essere la sua famiglia d’origine. Ma…! Nella terza parte l’autrice descrive la sua esperienza con i media e analizza gli aspetti legislativi che hanno portato l’Italia alla condanna da parte della Corte Europea dei diritti umani. L’opera segue un ritmo colloquiale anche quando affronta temi culturali e legali, centrati sulla tematica dell’abbandono. L’opera induce a riflettere sullo status sociale e psicologico della madre e del figlio non riconosciuto, in una società che vede famiglie allargate di vario genere.

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