Sono nato ma non posso morire (Robin&sons)

L’irrequietezza di un giovane che trova forma proprio nell’insegnamento nelle carceri, il tormento che segue una grave malattia, la volontà che si espande nella passione. La stessa che lo indirizzerà verso la ceramica prima e il bronzo poi, fino alla chiamata alla pittura, che ancora oggi, all’età di ottantasei anni l’aspetta ogni giorno, paziente, sul cavalletto. Come fosse la prima volta. Come non fosse l’ultima. La stessa per cui ha vissuto, tradito, sbagliato e persino pagato.
Il romanzo di un uomo che non ha mai accettato compromessi né con se stesso né con il potere e che ha deciso di mettersi a nudo non per punirsi o farsi punire, ma per lasciare ai giovani, ai meno giovani e alle future generazioni, un testamento artistico, per dire loro: si può. Con la costanza, la determinazione e la fatica, ognuno di noi può scavare e ritrovare in sé l’artista che ha dentro.
Un libro di parole, immagini e suoni. Una suggestione che viaggia sul filo dell’immortalità.

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