Il Triangolo Rosa: Storia di una follia dimenticata
Durante la fase del Nazismo in Germania, prese piede in maniera esponenziale l’idea che i rapporti omosessuali fossero un’interpretazione sterile ed egoistica dell’atto sessuale stesso; si trattava di un vero e proprio tradimento alle politiche demografiche di potenziamento del popolo, non essendo gli omosessuali in grado riprodursi.
Questa interpretazione, freddamente in linea con il pensiero nazista che esaltava la virilità, la purezza della razza e in particolare la famiglia di tipo tradizionale vista come veicolo per assicurare nuovi futuri soldati alla Germania, sfociò in una folle persecuzione che portò costò ad un numero stimato da 10.000 a 30.000 omosessuali tedeschi l’internamento nei campi di concentramento.
La variabilità di questo numero è dovuta a molti fattori, ma di questo argomento ci occuperemo più in avanti.
I prigionieri omosessuali, all'interno dei campi nazisti, venivano identificati con un triangolo rosa rivolto con una punta verso il basso, mentre un triangolo nero veniva apposto alle donne considerate “asociali”, ovvero, secondo la mentalità nazista, alle lesbiche. La scelta del colore rosa era volutamente uno scherno nei confronti di chi veniva giudicato intrinsecamente effeminato: alle lesbiche internate, un numero relativamente inferiore rispetto agli omosessuali, fu imposto invece il triangolo nero delle "asociali".
Non tutti i prigionieri con un triangolo rosa si identificavano come gay, molto spesso si trattava di uomini sposati che avevano avuto rapporti omosessuali in maniera occasionale, così come non tutti i condannati vennero inviati in un campo di concentramento; la maggior parte venne soltanto incarcerata. La maggior parte degli uomini gay che soffrirono e morirono nei lager nazisti in realtà portavano la "stella gialla", segno che erano sia gay che ebrei; questo particolare si riallaccia alla variabilità della quale si parlava in precedenza e impedisce di stabilire esattamente quale fu il numero delle persone effettivamente imprigionate solo per il fatto di tenere un atteggiamento sessuale diverso dai canoni imposti dal regime.
Una stima di massima comunemente accettata relativa ai prigionieri che portarono il triangolo rosa, si aggira tra i 5.000 e i 15.000 individui.
Questa interpretazione, freddamente in linea con il pensiero nazista che esaltava la virilità, la purezza della razza e in particolare la famiglia di tipo tradizionale vista come veicolo per assicurare nuovi futuri soldati alla Germania, sfociò in una folle persecuzione che portò costò ad un numero stimato da 10.000 a 30.000 omosessuali tedeschi l’internamento nei campi di concentramento.
La variabilità di questo numero è dovuta a molti fattori, ma di questo argomento ci occuperemo più in avanti.
I prigionieri omosessuali, all'interno dei campi nazisti, venivano identificati con un triangolo rosa rivolto con una punta verso il basso, mentre un triangolo nero veniva apposto alle donne considerate “asociali”, ovvero, secondo la mentalità nazista, alle lesbiche. La scelta del colore rosa era volutamente uno scherno nei confronti di chi veniva giudicato intrinsecamente effeminato: alle lesbiche internate, un numero relativamente inferiore rispetto agli omosessuali, fu imposto invece il triangolo nero delle "asociali".
Non tutti i prigionieri con un triangolo rosa si identificavano come gay, molto spesso si trattava di uomini sposati che avevano avuto rapporti omosessuali in maniera occasionale, così come non tutti i condannati vennero inviati in un campo di concentramento; la maggior parte venne soltanto incarcerata. La maggior parte degli uomini gay che soffrirono e morirono nei lager nazisti in realtà portavano la "stella gialla", segno che erano sia gay che ebrei; questo particolare si riallaccia alla variabilità della quale si parlava in precedenza e impedisce di stabilire esattamente quale fu il numero delle persone effettivamente imprigionate solo per il fatto di tenere un atteggiamento sessuale diverso dai canoni imposti dal regime.
Una stima di massima comunemente accettata relativa ai prigionieri che portarono il triangolo rosa, si aggira tra i 5.000 e i 15.000 individui.
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