Franco Meneguzzo
- Autore
- Salvatore Fazìa
- Editore
- Editrice Veneta
- Pubblicazione
- 14/10/2014
- Categorie
Questo libro è un tributo, un omaggio, un pegno d’amicizia per Franco Meneguzzo, un pittore di Valdagnos comparso di recente, con il quale l’autore condivideva l’amore per l’arte e per il bello.
Il libro, con la solita copertina blu macchiata di rosso (stavolta in rosso è una stretta di mano) contiene appunti, ricordi di dialoghi e di emozioni condivise, qualche poesia, diverse notazioni critiche e citazioni dotte. E’ una scelta ben precisa, sia per fare conoscere meglio l’artista, sia perché è lo stile che meglio si addice a Fazìa: “La partitura del palinsesto comprende parti in versi e parti in prosa, - dice egli infatti nel prologo - ma in generale l’intonazione è poematica, così fa segno a un’idea romantica della sua personalità e della sua storia, se non si dimentichi che è proprio del romanticismo [...] fare della vita un progetto sublime e dell’arte la via esclusiva della propria passione e morte”.
Ma nonostante questa scrittura complessa, il libro è anche molto leggibile e coinvolgente. Racconta anche le chiacchiere, i momenti di allegria, i momenti di sconforto con il progredire del male. Poi, a pagina 103, poche parole: “... è morto, stanotte, c’era Marco...”. Una frase scarna, drammatica e consolatoria insieme, per il fatto che Franco Meneguzzo non è morto da solo.
Poi non finisce, ci sono i funerali, i ricordi, l’orazione funebre. Chissà, forse c’è anche il tentativo di esorcizzare la paura della morte, quasi che sia un capitolo dell’esistenza che non significa affatto la fine di tutto.
Il libro, con la solita copertina blu macchiata di rosso (stavolta in rosso è una stretta di mano) contiene appunti, ricordi di dialoghi e di emozioni condivise, qualche poesia, diverse notazioni critiche e citazioni dotte. E’ una scelta ben precisa, sia per fare conoscere meglio l’artista, sia perché è lo stile che meglio si addice a Fazìa: “La partitura del palinsesto comprende parti in versi e parti in prosa, - dice egli infatti nel prologo - ma in generale l’intonazione è poematica, così fa segno a un’idea romantica della sua personalità e della sua storia, se non si dimentichi che è proprio del romanticismo [...] fare della vita un progetto sublime e dell’arte la via esclusiva della propria passione e morte”.
Ma nonostante questa scrittura complessa, il libro è anche molto leggibile e coinvolgente. Racconta anche le chiacchiere, i momenti di allegria, i momenti di sconforto con il progredire del male. Poi, a pagina 103, poche parole: “... è morto, stanotte, c’era Marco...”. Una frase scarna, drammatica e consolatoria insieme, per il fatto che Franco Meneguzzo non è morto da solo.
Poi non finisce, ci sono i funerali, i ricordi, l’orazione funebre. Chissà, forse c’è anche il tentativo di esorcizzare la paura della morte, quasi che sia un capitolo dell’esistenza che non significa affatto la fine di tutto.
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
Non ci sono ancora recensioni o articoli