La mia vita senza di me (Orienti)
- Autore
- Jasmina Tešanovi?
- Editore
- Infinito edizioni
- Pubblicazione
- 09/05/2014
- Categorie
Da Tito a oggi, passando per i bombardamenti della Nato su Belgrado durante la guerra del Kosovo, uno spaccato imperdibile della società, degli usi, della cultura, dei tic sociali, della politica serba. Ma non solo. Un padre spia jugoslava, una mamma medico, una vita vissuta partendo dalla Jugoslavia e tornando in Serbia, attraverso l’Egitto, gli Stati Uniti, l’Italia. Paese, quest’ultimo, in cui ha conosciuto Montale, Moravia, Pasolini… Questo libro, scritto in prima persona da una delle più grandi protagoniste del mondo culturale della Serbia degli ultimi trent’anni, è una cavalcata lunga mezzo secolo intrisa di nero humour balcanico che vi farà capire, riflettere, ridere, a tratti impressionare.
“Ho vissuto tempi in cui ho avuto paura del mio futuro esattamente come odiavo il mio passato. Mi sono resa conto di come fosse tutto pianificato e connesso: i miei vestiti, la mia stanza, le mie scuole. Hanno creato uno spazio vuoto apposta per me, un trono su cui nessun’altra cosa contava, una volta accettato il ruolo della regina assennata. E così tutto poteva succedere anche senza di me”.
“Ero una falsa britannica perché ho frequentato la scuola inglese per tutta la vita: una vera autentica falsa Brit, potrei anche elencare la lista di tutte le più importanti miniere britanniche a qualsiasi ora di notte! Ero una falsa italiana perché sono cresciuta in Italia, come una sincera patriota che però non ha mai avuto la cittadinanza. Ero una vera jugoslava, ma il mio Paese è scomparso e io ho perso la mia cittadinanza.
E ora sono qui, una donna che vorrebbe essere europea e che viaggia da sola. Perché, vedete, le donne non viaggiano da sole; lo fanno con i loro uomini, le loro famiglie, gli amici. Se sono da sole, vuol dire che si sono perse o che sono pericolose. Ricevo sempre certi sguardi, quei sospetti… ma anche offerte d’amicizia”.
“Ho vissuto tempi in cui ho avuto paura del mio futuro esattamente come odiavo il mio passato. Mi sono resa conto di come fosse tutto pianificato e connesso: i miei vestiti, la mia stanza, le mie scuole. Hanno creato uno spazio vuoto apposta per me, un trono su cui nessun’altra cosa contava, una volta accettato il ruolo della regina assennata. E così tutto poteva succedere anche senza di me”.
“Ero una falsa britannica perché ho frequentato la scuola inglese per tutta la vita: una vera autentica falsa Brit, potrei anche elencare la lista di tutte le più importanti miniere britanniche a qualsiasi ora di notte! Ero una falsa italiana perché sono cresciuta in Italia, come una sincera patriota che però non ha mai avuto la cittadinanza. Ero una vera jugoslava, ma il mio Paese è scomparso e io ho perso la mia cittadinanza.
E ora sono qui, una donna che vorrebbe essere europea e che viaggia da sola. Perché, vedete, le donne non viaggiano da sole; lo fanno con i loro uomini, le loro famiglie, gli amici. Se sono da sole, vuol dire che si sono perse o che sono pericolose. Ricevo sempre certi sguardi, quei sospetti… ma anche offerte d’amicizia”.
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