Rosa fresca aulentisima

Se è un dato di fatto che la memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con sé, è altrettanto vero che nel corso degli anni la memoria si affolla e il diario si allunga. Se poi si scava nel profondo e ci si spinge indietro nel tempo, ecco che la memoria si intreccia necessariamente con la storia collettiva e il diario a poco a poco si fa racconto di generazioni. Può così accadere che, nel narrare per sommi capi l'intricato snodarsi della storia italiana dal Medioevo ai giorni nostri, l'autrice - in Rosa fresca aulentisima - sia quasi senza accorgersene indotta a mescolarvi una sorta di saga familiare: la storia degli ultimi centocinquant'anni della propria famiglia, quale emerge da ricordi personali, foto, documenti e lettere. Il tutto trattato con ricercata leggerezza in un dialogo a tre, fra nonna nipote e Guido Poli detto Poldu, l‘indispensabile narratore fiabesco. Il tutto, naturalmente al fine di riuscire a trasmettere alla nuova generazione la consapevolezza e l'orgoglio delle proprie radici.

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