L'eliminazione (I narratori)

Due uomini a confronto. Rithy Panh, regista scampato al genocidio dei Khmer rossi, e il boia Duch, pezzo grosso del regime di Pol Pot, capo del centro di tortura e sterminio S21. Partendo dal suo lavoro di documentarista impegnato a cercare la verità e conservare la memoria, Rithy Panh racconta questo incontro allo scrittore Christophe Bataille, coautore del libro. Figlio di un funzionario del ministero dell’Educazione del vecchio regime, dunque “popolo nuovo” (da rieducare e perseguitare) secondo la sinistra denominazione della Kampuchea democratica, Rithy Panh ha vissuto la deportazione, la malattia, gli stenti. Nel giro di pochi mesi ha visto morire di fame suo padre, i suoi nipotini, e poi, man mano, tutta la sua famiglia, sterminata silenziosamente insieme a milioni di altri cambogiani. Il racconto della sua infanzia, della sua preadolescenza, è la materia di questo libro straordinario e prezioso per il valore di testimonianza, che lo pone al livello delle opere di Primo Levi e Claude Lanzmann, e per lo stile, ormai riconosciuto anche grazie ai premi ricevuti come cineasta a Cannes. Stile asciutto ed emozionante, rigoroso come il suo manifesto poetico: “Grazie al cinema, la verità salta fuori: il montaggio sconfigge la menzogna”. Menzogna sempre in agguato fra negazionismi, complicità (è notizia di questi giorni la morte di Ieng Sary, in attesa di giudizio, quindi impunito), errori e imbarazzi dell’Occidente. L’eliminazione è dunque un libro di storia, è un libro di formazione, è un libro di indagine sull’uomo torturatore e sull’uomo sopravvissuto, ed è anche un libro di “avventura”. L’avventura di un ragazzino che ce la fa e che racconta, dolorosamente ma senza risparmiarsi: è nostro dovere ascoltarlo e imparare.

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