Libro Café
Una Dolorosa Vicenda
“Non ho scritto la storia della mia vita, che è quella di un comunissimo mortale; di essa ho voluto solo ricordare un episodio doloroso per me e per la mia famiglia, cercando di metterlo bene in chiaro nei suoi veri termini, attraverso le circostanze in cui si è svolto.
Forse nessuno leggerà mai quanto ho scritto, forse i miei figli e nipoti; se invece qualcun altro, mi auguro che sappia giudicare con serenità ed equanimità fatti e persone.”
Sono queste le parole apposte da mio nonno sulla prima pagina di un memoriale da lui scritto molti anni fa. In esso sono narrate le vicende che si sono succedute nell’arco di molti anni e che hanno portato al suo arresto e condanna a 18 anni per collaborazionismo con i tedeschi alla fine della guerra. Mio nonno, direttore per molti anni di un grande sanatorio con mille ricoverati e molti medici, si è trovato a dover fronteggiare l’implacabile ostilità di un collega che, dapprima, nel corso di molti anni gli ha mosso contro le Autorità Fasciste e poi, a liberazione avvenuta, è riuscito a farlo condannare come collaborazionista. Sarebbe una vicenda paradossale se non fosse anche vera e dolorosamente vissuta da mio nonno e da tutta la sua famiglia.
In questo memoriale non ho cambiato niente se non i nomi delle persone e delle località. Sono passati ormai molti anni e, forse, la cosa avrebbe poca importanza ma ho preferito lasciare celati questi particolari. Volendo si può leggere questo memoriale come un racconto oppure una rappresentazione della vita prima e subito dopo la II Guerra Mondiale. Il memoriale ha entrambe queste caratteristiche. Non credo in questo di tradire la volontà di mio nonno che non andava in cerca di una vendetta, come ha più volte scritto. Quello che realmente importava a mio nonno, più che di esporre le persone, era di stabilire la realtà e verità delle cose e di essere finalmente ascoltato, possibilità che a suo tempo gli fu assolutamente negata.
Insieme al memoriale di mio nonno ho voluto trascrivere anche alcuni dei documenti, quelli che mi sono sembrati i più importanti e significativi.
Forse nessuno leggerà mai quanto ho scritto, forse i miei figli e nipoti; se invece qualcun altro, mi auguro che sappia giudicare con serenità ed equanimità fatti e persone.”
Sono queste le parole apposte da mio nonno sulla prima pagina di un memoriale da lui scritto molti anni fa. In esso sono narrate le vicende che si sono succedute nell’arco di molti anni e che hanno portato al suo arresto e condanna a 18 anni per collaborazionismo con i tedeschi alla fine della guerra. Mio nonno, direttore per molti anni di un grande sanatorio con mille ricoverati e molti medici, si è trovato a dover fronteggiare l’implacabile ostilità di un collega che, dapprima, nel corso di molti anni gli ha mosso contro le Autorità Fasciste e poi, a liberazione avvenuta, è riuscito a farlo condannare come collaborazionista. Sarebbe una vicenda paradossale se non fosse anche vera e dolorosamente vissuta da mio nonno e da tutta la sua famiglia.
In questo memoriale non ho cambiato niente se non i nomi delle persone e delle località. Sono passati ormai molti anni e, forse, la cosa avrebbe poca importanza ma ho preferito lasciare celati questi particolari. Volendo si può leggere questo memoriale come un racconto oppure una rappresentazione della vita prima e subito dopo la II Guerra Mondiale. Il memoriale ha entrambe queste caratteristiche. Non credo in questo di tradire la volontà di mio nonno che non andava in cerca di una vendetta, come ha più volte scritto. Quello che realmente importava a mio nonno, più che di esporre le persone, era di stabilire la realtà e verità delle cose e di essere finalmente ascoltato, possibilità che a suo tempo gli fu assolutamente negata.
Insieme al memoriale di mio nonno ho voluto trascrivere anche alcuni dei documenti, quelli che mi sono sembrati i più importanti e significativi.
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