Viaggio africano
- Autore
- Domenico Bertoni
- Editore
- Alcyone casa editrice
- Pubblicazione
- 01/01/2010
- Categorie
Il toccante diario di un uomo che ha deciso di abbandonare la sua vita «normale» per aiutare il prossimo. Tra le pagine si percepisce insieme all’inchiostro, lo scorrere di tanta amarezza, l’orrore di una guerra mai finita, una guerra contro la fame e le ingiustizie.
Testimonianze di un Africa povera, sfruttata. Giovani che combattono con problemi troppo lontani dai nostri dell’Occidente. Ma anche testimonianze di conquiste d’amore, di bambini salvati,
di sorrisi restituiti. L’autore racconta, giorno per giorno, quello che i suoi occhi vivono. Scrive nero su bianco il lavoro umanitario, ma
non lo sopravvaluta anzi, dalle sue parole si capisce che è ancora poco quello che si fa e che c’è ancora tanto da fare… “Il diario riflette un sentimento di malessere nei confronti della società consumistica, il lavoro umanitario un espediente per lasciare una società effimera verso qualcosa di nuovo, di sconosciuto. Una ricerca interiore che spinge un uomo perso nel bel mezzo del cammino della sua vita ad avvicinare le popolazioni bisognose per cercare se stesso. Un umanitarismo egoista come ce ne sono tanti. Un umanitarismo egoista che finisce con il riconoscimento di se stesso come un vero umanitario. Non avendo trovato altro che un essere vuoto e superficiale l’uomo si rivolge verso il mondo che lo ha aiutato nella sua introspezione interiore e si dedica anima e corpo al suo lavoro umanitario”.
Testimonianze di un Africa povera, sfruttata. Giovani che combattono con problemi troppo lontani dai nostri dell’Occidente. Ma anche testimonianze di conquiste d’amore, di bambini salvati,
di sorrisi restituiti. L’autore racconta, giorno per giorno, quello che i suoi occhi vivono. Scrive nero su bianco il lavoro umanitario, ma
non lo sopravvaluta anzi, dalle sue parole si capisce che è ancora poco quello che si fa e che c’è ancora tanto da fare… “Il diario riflette un sentimento di malessere nei confronti della società consumistica, il lavoro umanitario un espediente per lasciare una società effimera verso qualcosa di nuovo, di sconosciuto. Una ricerca interiore che spinge un uomo perso nel bel mezzo del cammino della sua vita ad avvicinare le popolazioni bisognose per cercare se stesso. Un umanitarismo egoista come ce ne sono tanti. Un umanitarismo egoista che finisce con il riconoscimento di se stesso come un vero umanitario. Non avendo trovato altro che un essere vuoto e superficiale l’uomo si rivolge verso il mondo che lo ha aiutato nella sua introspezione interiore e si dedica anima e corpo al suo lavoro umanitario”.
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