Andare. Camminare. Lavorare.: L'Italia raccontata dai portalettere
- Autore
- Angelo Ferracuti
- Editore
- Feltrinelli Editore
- Pubblicazione
- 03/12/2015
- Categorie
Se un occhio potesse osservarli tutti adesso, li vedrebbe contemporaneamente, i tanti portalettere italiani, con passi differenti e diversa altezza, colore dei capelli, occhiali da sole e da miopi. Passi diversi, tutti in movimento, frenetici su giroscale deserti, impettiti in attesa davanti al cancello di una palazzina residenziale, fermi sulle soglie degli appartamenti, attraversare in bicicletta una cittadina della provincia fischiettando, dentro le auto di servizio nelle vie di città o negli scooter lanciati sui rettifili, lentamente avanzare a velocità ridotta sulle stradine solitarie di una campagna con prati verdi e alberi secolari.
Sanno dei morti, quelli che non ci sono più, li ricordano ogni volta che arrivano sulle soglie degli appartamenti, sbirciano una fotografia appesa alla parete, conoscono gli avi dai molti racconti dei parenti sopravvissuti, alcuni di loro hanno visto nascere i figli dei figli di quelli che se ne sono andati, contano le somiglianze. Se volete sapere di un certo Gregorio, un notaio del Centro Italia, il suo portalettere sa che andava in vacanza ogni anno a Ginevra e che era scapolo. Alcuni dicevano avesse una donna da quelle parti, altri avrebbero giurato una figlia illegittima avuta con una donna della borghesia lombarda, s’erano fatte parecchie congetture ma sul manifesto funebre c'era solo il nome di un lontano nipote. Ecco, quel notaio era abbonato a riviste di storia e numismatica, aveva un boxer tigrato dal muso nero, fumava toscani, antichi toscani, e prima delle feste comandate potevi star certo che ti aspettava sulla soglia, e quando arrivavi all’altezza dello zerbino sfilava dal portafogli una bella banconota e te la dava in mano dicendoti: “Auguri postino”.
Angelo Ferracuti ha seguito questo esercito di portalettere per città, villaggi e contrade, raccogliendone le esperienze e i racconti per restituirci le trame imprevedibili di un paese e di un popolo in movimento.
Sanno dei morti, quelli che non ci sono più, li ricordano ogni volta che arrivano sulle soglie degli appartamenti, sbirciano una fotografia appesa alla parete, conoscono gli avi dai molti racconti dei parenti sopravvissuti, alcuni di loro hanno visto nascere i figli dei figli di quelli che se ne sono andati, contano le somiglianze. Se volete sapere di un certo Gregorio, un notaio del Centro Italia, il suo portalettere sa che andava in vacanza ogni anno a Ginevra e che era scapolo. Alcuni dicevano avesse una donna da quelle parti, altri avrebbero giurato una figlia illegittima avuta con una donna della borghesia lombarda, s’erano fatte parecchie congetture ma sul manifesto funebre c'era solo il nome di un lontano nipote. Ecco, quel notaio era abbonato a riviste di storia e numismatica, aveva un boxer tigrato dal muso nero, fumava toscani, antichi toscani, e prima delle feste comandate potevi star certo che ti aspettava sulla soglia, e quando arrivavi all’altezza dello zerbino sfilava dal portafogli una bella banconota e te la dava in mano dicendoti: “Auguri postino”.
Angelo Ferracuti ha seguito questo esercito di portalettere per città, villaggi e contrade, raccogliendone le esperienze e i racconti per restituirci le trame imprevedibili di un paese e di un popolo in movimento.
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