Strappata all'abisso. Dagli psicofarmaci alla fede

Una ragazza di antica e solida famiglia lombarda, dopo una formazione culturale brillante e internazionale e dopo alcuni anni di insegnamento, si fa giornalista nei periodici patinati e alla moda della scintillante «Milano da bere». In quel turbinio di feste, sesso, intrighi, vanità, non si cura di vincoli etici, respinti come anacronistici «moralismi». Dietro questa facciata si nasconde però una tragedia: una depressione devastante che, due volte all’anno, l’atterra, implacabile, nella ricorrenza delle date che hanno straziato la sua prima giovinezza. Il suicidio, prima, del fratello maggiore, a venticinque anni, e, poi, dell’amatissimo padre, noto medico, malato di tumore.La depressione la trascina in un baratro sempre più oscuro, e per tre volte tenta di fuggire dalla vita. Un incubo, nascosto dietro una maschera mondana, tenuto per molti anni malamente a bada con farmaci tanto moderni quanto dannosi e inutili terapie psicologiche. Ma quando la discesa all’inferno sembra aver raggiunto il fondo, ecco irrompere il Mistero, e questa donna razionale, che ironizza sulle superstizioni soprattutto se religiose, è come presa di mira da una serie di eventi inspiegabili, impressionanti. Una Luce inattesa che porta con sé la liberazione del corpo e dell’anima. Un’avventura che ancor oggi continua, dove fede e ricerca psicologica si intrecciano, e che la protagonista racconta qui, senza nulla nascondere e nulla aggiungere. Per scrivere queste pagine ha vinto a fatica il riserbo naturale, il disagio di confessarsi in pubblico. Ma, dice, questo sacrificio era per lei il dovere di testimoniare a tanti sofferenti nel corpo, nella psiche, nell’anima che una resurrezione è possibile, che Qualcuno attende dietro l’angolo chiunque voglia afferrare la mano che gli è tesa.

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