Imperativo: non voglio più piangere

Vi sono storie che crediamo siano create e definite per la sceneggiatura di un film. Invece accadono nella realtà e quando questo avviene, si rimane turbati, sconvolti. Non bisogna andare lontano con la percezione e la lettura, per sapere che la violenza è ad ogni angolo e tristemente dentro le nostre mura di casa. È questo che mi è accaduto. Non consapevole delle brutalità dell’uomo, perché cresciuta in una vita sì grama, ma piena d’amore, ho sognato la comprensione e il calore umano, per poi invece, approdare all’isola della solitudine. Il peggiore giogo che ci lega alla violenza, è l’odio e il dolore, che se rimane silenzioso dentro di noi, comincia a gridare, paradossalmente, flebile e pesante, schiacciando e mutando la nostra realtà, finché non crediamo, addirittura, che quella realtà orrenda, sia normale. Ma non lo è. Ciò che leggerete, forse non vi turberà. Forse siete stati abituati a certe realtà. O forse, direte, non è possibile. E invece… Sono arrabbiata, sono delusa, ma non ho perso la speranza nell’amore che ho ritrovato attraverso l’essere madre e attraverso l’amicizia. Il mio è un messaggio a tutte le donne perché non mollino, perché non siamo sbagliate solo perché siamo anatomicamente fatte in un altro modo, solo perché il potere è stato da sempre dato e preso dagli uomini. Abbiamo un cuore, abbiamo un cervello, abbiamo un’anima, mettiamo al mondo figli che mandano avanti questo mondo, che potrebbero cambiare il volto del mondo, attraverso un’idea, un sorriso. Io parlo di una donna, nata e cresciuta nel sud dell’Italia, quando l’Italia ancora stava crescendo, parlo di evoluzione di una persona abituata alla vita dura, che ha visto il cambiamento di una nazione e, come tanti immigrati, ha scoperto cose nuove in bene e in male. Parlo di una donna che ha amato il suo “principe azzurro” dandogli tutto. Parlo di una donna che, quando credeva di aver mollato, ha stretto i denti e finalmente raggiungendo la consapevolezza di se stessa, grazie anche ai protagonisti di cui leggerete, ha detto “basta”, ha afferrato la libertà, che è insita in ogni essere umano, perché creatura di questo universo. Il mio è un risveglio, riaprire gli occhi, seppur in tarda età, a ciò che avevo dimenticato, per colpa di un tiranno: l’innocenza.

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